Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
VAC | — 1069 — | VAG |
tello magro, il lettore non mi domandi il perchè, che nol so. || fari comu la mala vacca ca inchi la cisca e poi l’abbucca, di chi fa e poi disfa, sì che perde il tempo due volte, || la vacca o voli fenu o voli pagglia: o di paglia o di fieno purchè il corpo sia pieno. || vacchi e voi scippacci quantu poi, sono bestie su cui c’è molto da guadagnare. || san Nicola vacchi dintra e porci fora, quando non v’è pù pastura per le vacche, ne comincia invece pe’ porci. || unni cc’è vacchi cc’è viteddi, dove son le cause, sonvi le conseguenze, così vale suppergiù. || vacca figghiata a mannira l’aspettu, la vacca dopo figliata ritorna alla gregge, ha un senso fig. per le povere ragazze ingannate. || cridirisi setti vacchi e un tauru, credersi abilissino o valente. || fari a vidiri setti vacchi e un tauru, promettere mari e monti, o millantare.
Vaccaredda. dim. di vacca: vaccarella, vaccheretta. || – di lu signuruzzu, V. surdatu di san Nicola. || In pl. gli aliossi delle vacche, o anco due canne che dal medesimo cannocchio sorgono lunghe alquanto più d’un braccio, dove si mettono due fusi ripieni di filo per isgomitolarli.
Vaccareddu. dim. di vaccaru. || Per crastuneddu V.
Vaccarìa. s. f. Armento di vacche.
Vaccariscu. add. Di o da vaccaro (Mal.).
Vaccarizzu. s. m. Armento di vacche co’ loro parti.
Vaccaru. s. m. Guardiano delle vacche: vaccaro. || Prov. lu bonu vaccaru ’mpastura la vacca chi prima inchi la cisca e poi l’abbucca, si dice al fig. di colui che per esporienza fa le cose con precauzione.
Vaccazza. pegg. e accr. di vacca: vaccaccia, vaccona.
Vacchetta. s. f. Cuoio concio del bestiame vaccino: vacchetta.
Vacchignu. add. Dicesi del cavallo che abbia delle macchie bianche a guisa di vacca: pelo di vacca (Siciliano).
Vacchinu. V. vaccinu.
Vacchittina. dim. di vacchetta: vacchettina.
Vaccina. s. f. Carne di vacca: vaccina. || Sterco di bue: vaccina. || Malattia pustolosa, cutanea che viene alle mammelle delle vacche, il pus della quale, per mezzo dell’innesto si comunica jall’uomo, affine di preservarlo dal vajuolo: vaccina.
Vaccinabbili. add. Che può esser vaccinato: vaccinabile.
Vaccinari. v. a. Comunicar la vaccina all’uomo per liberarlo dal vajuolo: vaccinare; ciò che si fa intingendo un ago nella pustola vaccina, e passandolo sotto l’epidermide. P. pass. vaccinatu: vaccinato.
Vaccinaturi. verb. Chi vaccina: vaccinatore.
Vaccinazzioni. s. f. Il vaccinare: vaccinazione.
Vaccìnicu. add. Appartenente a vaccino.
Vaccinu. add. Di vacca: vaccino.
Vaccumi. s. m. Complessivamente cose di vacca.
Vaccuzza. dim. di vacca: vaccuccia.
Vacila. V. vacili. In Siracusa (Macaluso-Storaci).
Vacilata. s. f. Quanto cape una catinella.
Vacilazzu. pegg. di vacili.
Vacileddu. dim. di vacili: catinelletta, catinellina, bacinella, baciletto.
Vaciletta. V. baciletta.
Vacilettu. V. vacileddu.
Vacili. s. m. Vaso di maiolica rotondo e cupo, per uso di lavarsi le mani, il viso: catinella. Se di metallo: bacile e bacino quando è poco fondo. || Quel da barbiere: bacino || Per lemmu V. || nettu comu un vacili di varveri, per dire che una cosa è tersa.
Vacillamentu. s. m. Il vacillare, titubazione: vacillamento.
Vacillari. v. intr. Non esser ben fermo, esser dubbioso, incostante: vacillante. P. pres. vacillanti: vacillante. P. pass. vacillatu: vacillato.
Vaciluni. accr. di vacili.
Vacò. V. vagò.
Vacuità. V. vacantarìa.
Vàcula. V. vàlvula.
Vàculu. add. Leggiero, vano, incostante. Quasi dire vacuo, vuoto di senno.
Vàcuu. add. Vuoto: vàcuo.
Vàcuu. s. m. Vacuità: vàcuo.
Vadda. V. valli.
Vaddanchi. V. valanchi.
Vàddara. V. guàddara. Nel Trapanese.
Vaddata. V. vallata.
Vaddazza. pegg. di vaddi.
Vaddi. V. valli.
Vaddicedda. dim. di vaddi: valletta, vallicella.
Vadduna. accr. di vaddi: vallone.
Vaddunazzu. pegg. di vadduni: burrone || Vallonaccio.
Vadduneddu. dim. di vadduni: borratello. || Valloncello. || Fossatello qualunque; o torrentello.
Vadduni. s. m. Luogo scosceso dove quandocchessia corra acqua: borro, botro. || Ampia valle: vallone. || E per torrente, o il letto di esso. || aviri passatu vaddi e vadduna, essere sperimentato: aver corso la cavallina (pl. vadduna).
Vadduzza. dim. di vaddi: valletta.
Vadili. s. m. Luogo dove sta la pecora quando si mugne, e l’apertura onde il pastore la fa uscire dopo munta: gagno.
Vadu. s. m. Quella raunata che fanno i pesci nel tempo del gettar le uova, fregandosi su pe’ sassi: frègola, fregolo. || Apertura, rottura in un muro, in un vaso ecc.: scrèpolo. || fari vadu, V. sbadari. E fig. per far perdita, fare sciupo, apportare jattura, met. || Servirsi del denaro fidato: fare una buca.
Vagabbunnàggiu. s. f. Vagabondità: vagabondaggio (Ugolini).
Vagabbunnarìa. s. f. Astratto di vagabondo: vagabondàggine, vagabondità. || Scostumatezza. || V. anco valintizza.
Vagabbunnazzu. pegg. di vagabbunnu: vagabondaccio.
Vagabbunniari. v. intr. Andar vagabondo, andar attorno senza saper dove: vagabondare. || Vivere da birbone: poltroneggiare. || Prov. cu’ va vagabbunniannu, un gnornu (V. j.) irrà dimannannu: chi d’estate non lavora, nell’inverno perde la coda.
Vagabbunnu. add. Che vagabonda: vagabondo. || In forza di sost. birba, paltore, e simile: