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CAN — 155 — CAP


Cantuneddu. s. m. dim. di cantuni.

Cantunera. s. f. L’angolo esteriore delle fabbriche, capo di strada: cantonata. || Ciò che è posto ai cantoni d’alcuna casa ossia negli angoli: cantonata. || pari cadiri cantuneri, lode sperticata che si dà a bellezze grandi, o a spacconerie o a parole pungenti. Nei Canti popolari Toscani del Tigri vi è: eccomi giunto a questa cantoniera, ecco un esempio italiano dove cantoniera sta per cantonata.

Cantuni. s. m. Sorta di stipo situato agli angoli delle stanze: cantoniera. || Per stracasu V. Così nel Trapanese. || Per cantone. V. cantuniari.

Cantuniari. (Pasq.) Lanciar cantoni: lapidare. Questa voce fa supporre che anco in Siciliano il cantone dovrebbe dirsi cantuni.

Canturi. s. m. Cantatore: cantore. || Uffizio particolare nel coro della chiesa; colui che esercita il lettorato: cantore.

Canturinu. s. m. Arnese di chiesa su cui metton il messale o altro libro, quando cantano: leggìo.

Cantùsciu. V. andriè. || T. parr.: V. càmmiciu.

Canumi. V. canimi.

Canunacali. V. canonacali.

Canunacatu. V. canonacatu.

Canunachissa. s. f. Monaca non obbligata a clausura, nè a voti perpetui: canonichessa.

Cànuni. V. canoni.

Canunista. s. m. Dottore in ragion canonica: canonista.

Canuscenti. add. Che conosce; noto per conoscenza: conoscente.

Canuscenza. s. f. Notizia, contezza: conoscenza. (A. V. ital. canoscenza è nel Tesoretto). || Familiarità, pratica con qualcheduno: conoscenza. || Persona che si conosce: conoscenza (voce d’uso, Fanf.). || fari canuscenza cu unu, conoscerlo, contrarre quasi un principio d’amicizia: far la conoscenza di uno. || aviri canuscenza, esser buono o perito in alcuna cosa: intendersene. Aver notizia: aver sentore, conoscere. || dari canuscenza: far assapere, dar conoscimento. Rammentar altrui un’antica pratica obbliata: ravvisare.

Canuscibbili. add. Da potersi conoscere: conoscibile.

Canuscimentu. s. m. L’atto del conoscere: conoscimento. (A. V. ital. canoscimento è in Dante da Majano).

Canùsciri. v. a. Apprendere coll’intelletto l’essere degli oggetti da distinguerli dai simili e potere ricorrere alla impressione rinnovata al medesimo atto: conoscere. S’usa anco intr. (A. V. ital. canoscere l’usò Dante). || Distinguere, scernere: conoscere. || farisi canusciri pri una cosa o ass. farisi canusciri: farsi scorgere per chicchessia, farsi scorgere, far le solite cose onde altri se ne faccia un’idea. P. pass. canusciutu: conosciuto.

Canuscituri. verb. Chi conosce: conoscitore.

Canusciutamenti. avv. Con conoscimento: conosciutamente.

Canusciutissimu. add. sup. di canusciutu: conosciutissimo.

Canuzzu. s. m. di cani: canuzzo, canuccio, canino, cagnuccio. || – nicu: cagnucciolo. || Cane d’archibugio V. cani. || Strumento da cavar denti V. cani. || facci di canuzza mascaretta, si dice a chi abbia il viso corto e il naso schiacciato: simo, camuso.

Canzarisi. v. intr. pass. Allontanarsi, discostarsi: cansarsi. || Rifuggire. || – ’na cosa: evitarla, cacciarla da sè. P. pass. canzatu: cansato. Da canzu V.

Canzeu. s. m. Così a Nicosia una specie di cesta: corbello.

Canziari. v. intr. Metter da banda: tirar da canto. || Evitare. || Intr. pass. Ritrarsi da parte: cansarsi. P. pass. canziatu: messo da parte. || Evitato. || V. canzarisi.

Canzu. s. m. Banda, lato, parte: canto. || Comodo, facilità: destro.

Canzuna. s. f. Genere di poesia: canzona, canzone. || ripetiri sempri la stissa canzuna: ripicchiarvi su. || nun la senti navarra sta canzuna, modo prov. per dinotar la renitenza altrui in far checchessia. M’immagino nato questo modo fin dalla spoliatrice dominazione Spagnuola o Navarrese. || mettiri ’n canzuna: metter in canzone, burlare; far diventar alcuno favola del pubblico: voler uno in canzone.

Canzunazza. s. f. pegg. di canzuna: canzonaccia.

Canzuncina, Canzunedda, Canzunetta. s. f. dim. di canzuna: canzoncina, canzonella. canzonetta.

Canzuneri. s. m. Raccolta di canzoni: canzoniere.

Càos. s. m. Confusione universale della materia pria che il mondo fosse ordinato: caos. ||Nell’uso, confusione qualunque: caos.

Capaci. add. Idoneo a contenere: capace. || Fig. Atto a capire, comprendere: capace. || Acconcio, che può fare: capace. || Convinto, persuaso: capace. || fari capaci a unu, persuaderlo: far capace uno. || Abile, esperto: capace. || Per atto di minaccia s’usa p. e. sarrìa capaci di....: sarei capace di... || è capaci si usa in significato conjetturale, o anco ad accennare probabilità che una cosa sia così o così, p. e. jamu ddà, è capaci ca si cci trova iddu: andiamo là, è capace che ci si trovi lui. || farisi capaci, capire, capacitarsi: farsi capace. Sup. capacissimu: capacissimo.

Capacitari. v. a. Render capace, persuaso: capacitare. || Rifl. Divenir capace, persuaso: capacitarsi. P. pass. capacitatu: capacitato.

Capacità e Capacitati. s. f. Astratto di capace, attezza a contenere; e parlandosi d’ingegno, attezza a capire, a comprendere, a intendere: capacità, capacitade, capacitate.

Capanna. s. f. Stanza di frasche o paglia per ricoverarsi la notte o da tenervi strame o altri usi: capanna. || Dove gli uccellatori si nascondono: capanno. || Per sim. ogni tugurio di contadino: capanna.

Capannazza. s. f. pegg. di capanna: cupannaccia.

Capannedda. s. f. dim. di capanna: capannella. || Quella ove l’uccellatore si nasconde: capannello (a Firenze).

Capannuzza. s. f. dim. di capanna: capannuccia.

Caparbiaria. s. f. Ostinazione: caparbieria, caparbiaggine.

Caparbietà e Caparbietati. s. f. Ostinazione: caparbietà, caparbietade, caparbietate.

Capàrbiu. add. e s. Ostinato: caparbio.

Caparra. s. f. Parte di pagamento della mercan-