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ri: cavare o trarre dal seminato, tòrre il cervello. || diri lu ciriveddu, presentire, pensare qualche cosa che deve o può seguire: sfrullare o frullare in capo.

Cirividdata. s. f. Salsiccia alla milanese di carne, cervella di porco e aromati: cervellata.

Cirividdazzu. s. m. accr. di ciriveddu: cervellaccio. || Uomo pronto d’ingegno. || E d’uomo impetuoso: cervellaccio.

Cirividdignu. add. Mutabile, stravagante: cervellino, cervellotico. || Balzano, stravagante: cervellino.

Cirividduni. s. m. accr. di ciriveddu: cervellone. || Uomo d’intelletto vasto e di profonde cognizioni: scienziato.

Cirividduzzu. s. m. dim. di ciriveddu: cervelluzzo.

Cirlicaca. s. f. T. zool. Specie d’uccello: cornacchia. Comix dorso ceruleo L. (Gaet. Di Giovanni).

Cirmali. s. m. T. pesc. Pezzetti di sughero attaccati a libanelle per certi usi.

Cirmuniari. V. ciarmuliari.

Cirneca. s. f. V. in cani. || Per sim. ricerca molto accurata: braccheggio. || fari la cirneca V. cirnichiari. || Uomo entrante, ficchino: fiutone.

Cirnecu. add. Che cerca, investiga: investigatore.

Cirnera. s. f. T. art. Mastiettatura gentile, formata dall’unione di due o più cannelli di metallo, infilati e fermati da un perno per aprire e chiudere le due parti a cui sono affisse: cerniera. || Quegli afforzamenti di metallo o altro fermati sulla bocca di certi vasi, scatole ecc. dove posa il coperchio.

Cirnichïari. v. intr. Cercar per tutto, come fanno i bracchi alla caccia: braccare, braccheggiare.

Cirnigghiu. s. m. Strumento col quale si scevera il grano dalla mondiglia: vaglio. || Specie di gelso le cui foglie si danno ai filugelli V. ceusa vranca in ceusa.

Cirnitura. s. f. L’atto dell’abburattare o del vagliare: abburattatura, vagliatura. || La mondiglia che se ne cava: vagliatura. || La mercede per abburattare: abburattatura.

Cirnituri –tura. verb. Chi o che abburatta o vaglia: abburattatore –trice, vagliatore –trice.

Cirnuta. s. f. L’abburattare e il vagliare: abburattata, vagliata (V. participiu).

Cirnutedda. s. f. dim. di cirnuta: abburattatina, vagliatina.

Ciròbbisu. s. m. Quell’intonaco glutinoso, giallocupo o rossigno che le pecchie compongono ed adoperano a turare le fessure delle loro arnie: propoli, pissocèro. Si usa come suppurativo.

Cirottu. s. m. Composto medicinale di cera o materia tenace, perchè s’applichi sui malori: cerotto. || Impiastro nero con cui si tingono le scarpe e si fanno lustre: cera da scarpe o da lustrare. || Quel rocchietto grosso un dito, di materie odorose con cui si fissano i capelli: cerino, ceretta.

Cìrpulu di capiddi. V. cerru.

Cirrinciciò, Cirrinciò. s. m. T. zool. Uccelletto di becco aguzzo che sta nelle siepi: forasiepe. || Prov. accussì canta lu cirrinciò tintu patruni canciari si pò: quando canta il ghirlindò chi ha cattivo padrone mutar lo può || cantari lu cirrinciò: esser primavera.

Cirritu. s. m. Panno lano che veniva da Cerreto, paese nella campagna di Roma.

Cirru. s. m. Piccolo pesce rossigno e di niun pregio. || Per scirru V.

Cirrusu. V. scirrusu.

Cirrutu. add. Che ha i capelli ricci e lunghi: ricciuto, cirrato.

Cirruviu. s. m. T. zool. Uccello di becco alquanto ottuso e tondeggiante, i piedi tridattili corridori: piviere. Charadrius oedienemus L.

Cirsudda. s. f. T. bot. Pianta di numerosi steli ramosi, pelosi, foglie picciolate, cuoriformi, grinzose, fiori rossi, due o tre nelle ascelle superiori: calamandrea, calamandrina, erba querciuola. Teucrium chamaedrys L.

Cirtissimamenti. V. certissimamenti.

Cirtizza. V. certizza.

Cirudda. V. siggitedda.

Cirurgu. V. chirurgu.

Cirùsicu. V. chirurgu.

Cirusu. V. ciurusu.

Cirutteddu, Ciruttinu. s. m. dim. di cirottu: cerottino.

Cirveri. s. m. T. zool. Lupo giallo grigio di orecchi lunghi ed acuti, alla sommità delle quali s’alza un fiocco di pelo, coda corta e nera all’estremità; di acutissima vista e va in caccia di cervi: cerniere, lince, lupo cerviere. Felis linx. L.

Cirviceddu. s. m. dim. di cervu: cervetto, cerbiatto.

Cirvillata. V. cirividdata.

Cirvinu. add. Di cervo: cervino. || Aggiunto d’una specie di pruno V. spincervina. || Detto d’occhio di cui l’iride somigli a quella del cervo: cerviero.

Cirviottu. V. cirviceddu. || La pelle concia del cervo, o d’altro animale ma conciata alla maniera di quella.

Cirzitu. s. m. Luogo pieno di querce: querceto.

Cisca. s. f. Vaso di legno a doghe come un bugliolino, entro cui si munge il latte: secchio, moltra. || Prov. nun si pò aviri la cisca china e lu viteddu grassu, non si può avere il secchio pieno e il vitello grasso; due cose a una volta: non si può aver le viti legate colla salsiccia.

Cischitedda. s. f. dim. di cisca: secchiello.

Cisci. (Muse Siciliane) s. m. pl. Giocattoli per ragazzi: balocchi.

Ciseddu. s. m. Strumento da cesellare fatto di metallo e alle volte di legno quando non deve tagliare: cesello.

Cisiddari. v. a. Lavorar di cesello su lastre di metallo: cesellare. P. pass. cisiddatu: cesellato.

Cisiddatura. s. f. Lavoro, opera di cesello e l’atto del cesellare: cesellatura.

Cisiddaturi –tura. verb. Chi o che cesella: cesellatore –trice.

Cisidduzzu. s. m. dim. di ciseddu: ceselletto, cesellino.

Cisillari. V. cisiddari.

Cissanti. add. T. leg. Guadagno che viene impedito da qualche accomodamento, o qualsivoglia cessazione di guadagno: lucro cessante.

Cissari. v. intr. ass. Finir a un tratto, mancare: cessare. || Sospendere, desistere da una cosa: cessare. || Tacere. || Cedere, come nel prov. unni maggiuri cc’è minuri cessa: al maggiore deesi l’o-