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FUI — 412 — FUM


venir meno: fuggire. || jiri fujennu di ccà e di ddà, allontanarsi, andar disprovvedutamente da un luogo ad un altro: fuggir or qua or là. || Trafugare: fuggire (A. V. ital. fuire. Vita di Cola da Rienzo). || a fui fui, posto avv., prestamente: a scappa e fuggi, o fuggi fuggi; p. e.: mangiò fuggi fuggi e andò al lavoro. || Prov. è megghiu fuiri fuiri cu vriogna, ca ristari mortu cu onuri: è meglio viver piccolo che morir grande. || E viceversa, è megghiu fuiri cu onuri ca ca arristari cu vriogna. E diciamo pure: è veru ca fuiri è vriogna, ma è sarvamentu di vita. || fui fui ca ccà t’aspettu, cioè, è inutile che tu fugga giacchè ti chiapperò; ovvero si dice: fui fui ca a la casa torna, può usarsi anco come dire, mi rassegnerò ad aspettar la mia volta: siedi e sgambetta, vedrai la tua vendetta. || cu’ nun voli fuiri si lassa attaccari, è chiaro.

Fuitina. s. f. Fuga repente: fuggita. || Fuga. || Il sottrarsi alla vigilanza de’ superiori o genitori. per andar a far clandestino: fuga.

Fuitizzu. V. fujutizzu.

Fuitravagghiu. s. m. Pigro, svogliato, che fugge la fatica: fuggifatica.

Fuja. V. fuga.

Fujanu. V. fuganu. || V. ruffianu (Pasq.).

Fujasticu. V. fuggiascu.

Fuju. s. m. V. fuga.

Fujuta. V. fuitina.

Fujutizzu. add. Fuggitivo: fuggiticcio (poco in uso).

Fujutu. add. Da fuiri: fuggito. || s. Per fuga. || pigghiari lu fujutu. pigliar la fuga, mettersi in fuga. || s. Carta dei tarocchi la quale si confà con tutte le carte, e nè può ammazzare nè esser ammazzata: matto.

Fùlgidu. add. Che spande gran luce: fùlgido (Mort.).

Fulìggini. V. filiggini.

Fulìina, Fulìnia. V. filinia.

Fullari. v. a. T. cap. Premer il feltro col rolletto o bastone, bagnandolo e maneggiandolo, per condensarne il pelo: follare. P. pass. fullatu: follato.

Fullatura. s. f. Il follare: follatura.

Fullaturi. s. m. Colui de’ lavoranti che folla: follatore.

Fullettu. s. m. Nome di spiriti che si credevano nell’aria: folletto. || met. Ragazzo molto vispo e irrequieto: frùgolo. || Per focu fàtuu. V.

Fulminanti. add. Che fulmina: fulminante. || Dicesi di qualunque casa che fulmina, che fa esplosione: fulminante. || V. tubbettu. || Per fiammiferu. V.

Fulminari. v. a. Percuotere di fulmine: fulminare. || met. Alterarsi fuor di misura, sbuffare: fulminare. || Per sim. lanciare impetuosamente e violentemente, e dicesi delle artiglierie anco: fulminare. || Condannare e dicesi per lo più delle scomuniche: fulminare. P. pass. fulminatu: fulminato.

Fuminaturi –trici. verb. Chi o che fulmina: fulminatore –trice.

Fulminazioni. s. f. Il fulminare: fulminazione. || T. chim. Detonazione: fulminazione. || Presso i canonisti, denunciazione in pubblico e si dice di condanne, ecc.: fulminazione.

Fùlmini s. m. La materia elettrica quando ella si sprigiona dalla nube: fùlmine. || fig. Qualunque subitaneo disastro: fulmine. || Un acceso parlatore, un valoroso guerriero e anche un gagliardo corsiero si dice: un fulmine.

Fulminusu. add. Fulmineo, fulminante: fulminoso.

Fultizza. s. f. Qualità di esser folto: foltezza. E s’usa anco in trasl.

Fultu. add. Di molti oggetti sì poco da sè distanti che non vi penetri facilmente la vista, nè vi passi agevolmente altro corpo, è però meno di fitto: folto. Sup. fultissimu: foltissimo.

Fumaloru. s. m. La rocca del camino che esce dal tetto e per la quale esala il fumo: fumajuolo. || Ciascuna delle buche del fumajuolo onde esala il fumo: fumaruolo. || Legnuzzo o carbone mal cotto, che per non essere interamente affocato tra l’altra brace fa fumo: fumajuolo, fumacchio. || Quel vaso di rame con materie fumifere per affumicar le pecchie negli alveari. || Colui che va raccogliendo il letame: letamajuolo, paladino (Da fumeri. V.).

Fumari. v. intr. ass. Mandar fumo: fumare. Semplicemente esalare, svaporare: fumare. Per sim., lo effetto dell’ira, del furore: fumare. Onde si dice fumari pri li naschi, dar nelle furie: sbuffare. || – lu ciriveddu, – la testa, avere gran calore al cerebro per cagion di traversia o passione impetuosa che avvilisce o commuove: esser in travaglio, in costernazione. || v. a. Succhiare e mandare per bocca il fumo del tabacco: fumare. || – lu culu, dormire. || fumarisilla, andar pettoruto, con fasto e millanteria: spocchiare. P. pres. fumanti: fumante. P. pass. fumatu: fumato.

Fumaria. s. f. T. bot. Pianta di varie qualità, è in uso in medicina per purgar il sangue: fumària, fumasterno, piè di gallina, erba calderugia. Fumaria officinalis L.

Fumariari. V. fumiriari.

Fumata. s. f. Segno fatto col fumo, qualunque fumo sollevato per qualunque altra cagione, quello che mandan per la bocca i fumatori: fumata.

Fumatedda. dim. Fumatina.

Fumatuna. accr. di fumata.

Fumaturi –trici. verb. Chi o che fuma, e particolarmente del tabacco: fumatore –trice.

Fumazzareddu. dim. di fumazzaru.

Fumazzaru. (pl. fumazzara) s. m. Quel luogo dove si raduna tutto il letame, il concime per poi servirsene: concimaja, letamajo.

Fumedda. s. f. T. pesc. Strumento di sughero adorno di specchi per pigliar le seppie, quando manca la seppia femmina.

Fumentu. V. fomentu.

Fumeri. s. m. Sterco di giumento: letame cavallino. || La paglia infracidita sotto le bestie, e mescolata coi loro sterco: letame concio. || Lo sterco di qualunque bestia: stabbio. || munzeddu di fumeri. V. fumazzaru (Fr. fumier: letame).

Fumiari. V. fumari.

Fumicari. v. intr. Fumare: fumicare, fumigare. P. pres. fumicanti: fumicante. P. pass. fumicatu: fumicato.

Fumicazioni. s. f. Il fumicare leggermente, e il fumo stesso: fumicazione, fumigazione. || Il dar fumo ad una cosa: fumigazione.