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FUD — 411 — FUI


Fuddari. v. a.Strettamente unire e ficcare insieme; rinzeppare, stivare, turare, zebbare (Nerucci). || fudda ca va, frase onde si suole eccitare chi lavora attorno ad una cosa, a spingerla innanzi, mettendovi più di calore e di forza. || Riempir troppo un recipiente più della sua capacità: rimpinzare. || met. Mettersi attorno a uno perchè dica o faccia quel che si vuole: stivare uno. || T. capp. Premere il feltro per condensarne il pelo: follare. V. follari. P. pass. fuddatu: rinzeppato. || Rimpinzato. || Follato.

Fuddatappi. s. m. La bacchetta del fucile.

Fuddaturi. s. m. Strumento delle arti acconcio a varî usi: follatore, pigiatoja.

Fuddazzu. add. Che fa follie, che ha poco senno e poca sodezza: mattaccio, mattacchione. || In senso di pazzo: pazzaccino.

Fuddìa. s. f. Stoltezza, leggerezza, demenza, non però pazzia: follìa. V. in foddi le differenze. || Inconsideratezza, talvolta occasionata da giocondità: grillo, ruzzo. || fari fuddii, far cose da pazzerello: far pazzerellate.

Fuddiari. v. intr. Operar da pazzo: pazzeggiare. || Vaneggiare, operar inconsideratamente: folleggiare. || Divertirsi semplicemente nel ruzzo: ruzzare (A. V. ital. folliare).

Fuddiceddu. dim. di foddi: mattarello, dicesi però amorevolmente.

Fuddignu. add. Che ha del pazzo: pazzerone. || a la fuddigna, a mo’ de’ pazzi: alla pazzerona.

Fuddiscamenti. avv. A mo’ di pazzo: pazzescamente.

Fuddiscu. add. Da pazzo: pazzesco, matticcio. || Stravagante, leggiero: cervellino. || a la fuddisca, senza considerazione: alla rimpazzata; a mo’ dei pazzi: alla pazzesca.

Fuddittu. V. fuddiceddu.

Fuddunata. s. f. Impression profonda che lasciano col piede le bestie andando per istrade mollicce: orma, pedata.

Fudduni. V. fuddunata. || a fudduni, con gran furia e poca consideratezza: a furia. || Aggiunto di una specie di granchio marino: granciporro, grancèvola. || pigghiari un granciu fudduni, uno sbaglio: pigliar un granchio a secco, un granciporro.

Fudduniari. v. a. Imprimere profonde pedate nel terreno molle, proprio del bestiame che vi cammina (da fuddari, quasi accr.).

Fuga. s. f. Il fuggire: fuga. || mettiri ’n fuga, cacciare, far fuggire: metter in fuga. || pigghiari la fuga, fuggire: pigliar la fuga, mettersi in fuga. || T. mus. Quantità determinata di note da ripigliarsi nel suono o nel canto: fuga. || – di cammari, – di stanzi, quantità di stanze poste in dirittura: fuga di stanze. || Andamento, operazione sollecita, senza riposo: fuga. || Impeto, furia: fuga. || – di scala, pezzo di scala, quantità di gradini da un pianerottolo all’altro: branca di scala, branca.

Fugaci. add. Che fugge: fugace. || Più usato al fig. per caduco, passeggero, elusorio: fugace. Sup. fugacissimu: fugacissimo.

Fugacità. s. f. Rattezza della cosa che fugge: fugacità.

Fugamentu. s. m. L’atto del fugare: fugamento.

Fuganu. s. m. T. zool. Uccello notturno con due lunghi ciuffi sulla testa, becco nero, colore lionato fiammeggiato di bruno, piedi coperti di pennuzze. Abita i boschi, e fa preda nella notte: allocco, strige. Strix otus L

Fugari. v. a. Metter in fuga: fugare. || Per inveire.

Fugattiamentu. s. m. Il frugare, adizzare: frugamento, adizzamento.

Fugattiari. v. a. Stimolare e spingere avanti, incitare: frugare, adizzare, frucchiare (Nerucci). || met. Provocare, fare stizzire: far saltare in bestia. || Per sim., istigare a far presto: incalzare (Fr. fouetter: sferzare). P. pass. fugattiatu: frugato, adizzato. || Imbestialito.

Fugattiaturi. verb. m. Chi o che adizza: adizzatore. || Provocatore.

Fugatu. add. Messo in fuga: fugato. || T. mus. Aggiunto che si dà a certi pezzi di musica scritti nello stile della fuga: fugato.

Fugghialoru. V. ’nsalataru.

Fugghiami. s. f. Quantità di foglie: fogliame. || Lavoro di foglie in pittura, scoltura, ecc.: fogliame.

Fugghiatu. add. Pieno di foglie, fronzuto: fogliato. || Detto di drappo lavorato a foglie. || Ridotto in foglia o a similitudine di foglie: fogliato. || T. bot. Aggiunto a quel fusto su cui nascon foglie: fusto fogliato.

Fugghiatura. s. f. T. pitt. Maniera di rappresentar i fogliami: fogliatura.

Fugghiazza. pegg. e accr. di fogghia: fogliaccia.

Fugghiazzu. pegg. e accr. di fogghiu: fogliaccio.

Fugghicedda. dim. di fogghia: foglietta, fogliolina.

Fugghiceddu. dim. di fogghiu: fogliolino, foglioletto.

Fugghietta. s. f. T. legn. Tavola sottile, piccola asse: assicella, assicina. || Quelle sottilissime assicelle di noce, ebano o alto legno nobile con cui coprire i lavori di legname ordinaria: piallacci.

Fugghiettu. s. m. Foglio o lettera dove sieno scritte nuove, avvisi, ecc.: foglietto. || I fogli di carta da lettere, più piccoli degli ordinarî: foglietto. || T. stamp. Mezzo foglio di stampa: foglietto (Car. Voc. Met.).

Fugghitedda. V. fugghietta.

Fugghittedda. Fugghittina. dim. di fugghietta.

Fugghittinu. dim. di fugghiettu: fogliettino.

Fugghittista. V. gazzitteri.

Fugghiuna. accr. di fogghia: fogliona.

Fugghiusu. add. Pien di foglie: foglioso.

Fugghiutu. add. Fogliato: fogliuto.

Fugghiuzza. dim. di fogghia: fogliuccia, fogliuzza.

Fuggiascamenti. avv. Di nascosto, alla sfuggiasca: fuggiascamente.

Fuggiascu. add. Che fugge per iscappare, ed or si nasconde, ora fugge: fuggiasco.

Fugheggia. V. luminària (Mal.).

Fuìbbili. add. Da potersi fuggire: fuggibile.

Fui-fui. s. m. Insetto grigio, pelato che si trova a roder la carta, e scoperto corre velocemente: acciughina, lepismo, pesce d’argento.

Fuimentu. s. m. (Pitrè) Il fuggire: fuggimento.

Fùiri, v. intr. Partirsi correndo per paura: fuggire. || Partirsi velocemente per qual altra ragione si voglia: fuggire. || Ripararsi, rifuggire: fuggire. || Scansare, schifare: fuggire. || Mancare