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Furbiscu. add. Da furbo: furbesco. || lingua o parrari furbiscu,oscuro, in gergo, convenzionale tra’ furfanti: lingua o parlar furbesco.

Furbitamenti. avv. Pulitamente: forbitamente (Mort.).

Furbitu. add. Pulito, lucido: forbito (Mort.).

Furbituri. s. m. Colui che forbisce; e lo strumento con cui si forbisce: forbitore, forbitojo.

Furbu. add. Vilmente destro a danno altrui: furbo. || Astuto, scaltro: furbo.

Furbuliari. (Pasq.) V. vastuniari. || (Mal.) Far imbrogli, mescolanze: intrugliare.

Furbuliata di vastunati. s. f. Quantità di busse: carpiccio, fiacco di bastonate.

Furbuliddu. dim. di furbu: furbetto.

Furbuni. accr. di furbu: furbone.

Furca. s. f. Patibolo dove s’impiccano i malfattori: forca. || V. timunella. || T. mar. furchi di carina, piccole forche di ferro, attaccate a lunghi manichi che servono nel bruscare le navi a prender i fagotti accesi onde portar il fuoco nella parte più alta della carena: forche di carena (Zan. Voc. Met.). || Per sim. ogni legno o che, messo in quel modo. Come pure grosso legno che serve da timone al carro dei buoi: forca. || Per ingiuria si dice ad uomo tristo: forca. || E si dice facci di furca: impiccatello, ceffo da impiccato. || furca chi t’affuca o chi t’adurca, villano modo, quasi dire, ti sta bene la forca se non mi ascolti. || Prov. la furca è fatta pri lu poviru, è perciò che i megliostanti sbraitano contro coloro che vorrebbero l’eguaglianza... e che non vorrebbero forca per alcuno: il povero mantiene la giustizia. || quantu vannu a la furca, chi nun hannu nè dolu nè curpa, pur troppo: quanti vanno alla forca che non han nè mal nè colpa! || fabbricarisi la furca cu li sò stissi manu, farsi male da sè, o far tanto male da meritarsi certamente la forca. || chiantari li furchi, è voce di chi minaccia e pretende esaminar un fatto rigorosamente. || la furca cci scanza la galera, sarebbe contro i sostenitori del boja! levando la vita non si gastiga, ma si consuma una vendetta legale senza speranza di potere restituire raddirizzato alla società un membro di essa.

Furcazzi. s. m. pl. T. mar. Madieri davanti e dietro della nave, a forma di Y di cui l’angolo è più acuto e il piede più allungato a misura che più s’avvicina all’estremità della nave: forcacci (Zan. Voc. Met.).

Furcedda. s. f. Piccol legno, ferro o altro, biforcato, che serve a vari usi: forcella. || la furcedda di l’arma, la bocca dello stomaco: forcella. || T. agr. Un legno biforcuto ad uso di sostener alberi, rami, ecc.: forcella.

Furchetta. s. f. Arnese di argento o altro fatto a rebbi; con cui s’infilza la vivanda per mangiare: forchetta. || Talora per ingiuria come dire: forca. || E scherzevolmente lo zampino della gatta. || a punta di furchetta, si dice del parlare leccatamente, affettatamente: parlar in punta di forchetta. || Due pezzi di legno fermati alla partita davanti della carrozza, fra cui entra la base del timone: cosciali. || Specie di gheroncini o striscette triangolari, cucite lateralmente alle dita del guanto eccetto il pollice: linguelle (Car. Voc. Met.).

Furchicedda. dim. di furca: forcuzza .

Furchittata. s. f. La quantità di cibo preso colla forchetta: forchettata.

Furchittatedda. dim. di furchittata: forchettatina.

Furchittatuna. accr. di furchittata.

Furchittedda. dim. di furchetta: forchettina.

Furchittera. s. f. Custodia da forchette, e le forchette medesime entro la custodia: forchettiera.

Furchittina. V. furchittedda.

Furchittuni. accr. di furchetta: forchettone. || Quella grossa forchetta che serve a tener fisse le vivande quando si trinciano: forchettone.

Furchiuneddu. dim. di furchiuni: bucheràttola.

Furchiuni. s. m. Apertura in checchessia più profonda che larga: buca. || Qualunque stanzuccia piccola e misera: stambugio, topaja. || Per nascondiglio.

Furciddata. s. f. Tanta paglia o altro quanto ne leva una forca: forcata.

Furciddatedda. dim. di furciddata: forcatella.

Furcidduzza. dim. di furcidda: forcelletta.

Furcina. s. f. Legno o altro biforcato in cima per diversi usi: forcina. || Per furchetta. V. || Quella con cui i calzolai ed altri appendono in mostra la loro roba: forchetto. || Palo grosso biforcuto per sostener viti, e simili: broncone.

Furcinata. s. f. Colpo di forcina.

Furcinedda. dim. di furcina.

Furcunata. s. f. Colpo di forcone.

Furcunazzu. pegg. e accr. di furcuni.

Furcuneddu. dim. di furcuni.

Furcuni. s. m. Asta in cima alla quale è fitto un ferro a tre rebbi: forcone. || Asta con cui i fornai dimenano o tirano la brace del forno: tirabrace. || A persona stranamente lunga: pèrtica.

Furcuniamentu. s. m. Il dimenar la brace nel forno.

Furcuniari. v. a. Dimenar la brace nel forno.

Furcutu. add. A forma di forca: forcuto.

Furdìcula. V. ardìcula.

Fureri. s. m. Indizio di cosa che è per accadere. fig.: foriero. || Grado tra i sottuffiziali: furiere.

Furesta. s. f. Selva grande: foresta.

Furesticamenti. avv. In modo scortese, zotico: zoticamente. || Alla maniera dei forestieri: forestieramente.

Furèsticu, Furestu. add. Di animale indomito, fiero: salvàtico. || D’uomo rozzo, contrario di affabile: salvatico. || Che fugge ogni compagnia: foràstico. || Per luogo disabitato, salvatico: foresto. || Per forestiere.

Furettu. s. m. T. zool. Animale domestico poco maggiore della donnola, che dà la caccia a’ conigli: furetto. È il Viverra di Plinio.

Furfanti. V. farfanti. || Persona di mal’affare, furbo: furfante. (Mort.).

Furfantinu. add. dim. Furbo, mendace, falso: furfantino. || lingua furfantina, gergonesca, furbesca: lingua farfantina.

Furfareddu. s. m. Si dice a ragazzo inquieto: frùgolo.

Furficedda. V. furbicedda.

Furficïamentu. s. m. Il dar il cardo, lo sparlare.

Furficïari. v. a. Tagliar e ritagliar replicatamente e in diverse direzioni: cincischiare. || met. Mormorare dei fatti altrui, lacerar la fama altrui: dar il cardo. || Sparlare: sonettare, tagliar le calze o il giubbone a uno.