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GOR | — 444 — | GRA |
Gorgheggiari. v. intr. Ribattere cantando mezzo in gola i passaggi: gorgheggiare.
Gorghèggiu. s. m. Trillo di voce fatto nel gorgheggiare: gorghèggio. || T. mus. Accenti o passaggi brevi fatti con vibrazioni: gorgie.
Gòrgia. s. f. Canna della gola: gorga, gòrgia. || fari la gorgia, il buttare un boccone o un piccolo frutto per aria e farlo cascar in bocca. || Per sucuzzuni. V.
Gota. s. f. (D. B.) Guancia: gota.
Gòticu. Aggiunto d’un ordine d’architettura secondo i Goti: gòtico. || Aggiunto d’una specie di carattere: gòtico.
Gottu. s. m. Spezie di bicchiere: gotto. || E il liquore contenuto da esso: gotto. || Prov. cu’ nun po’ biviri ’ntr’on gottu, calasi ’n terra e bivi ’ntr’on cunnuttu, chi non può far come vuole faccia come può: chi non può ber nell’oro beva nel vetro. || cu’ manìa gotti spezza carrabbi: chi ne fa, ne fa di tutte, cioè fa bene e fa male, sol chi non fa non fa male, non tutto si può far bene. || annigarisi ’nt’on gottu d’acqua, chi si perisce per poco: annegarsi in un bicchier d’acqua.
Governamentu. s. m. Il governare: governamento.
Governanti. s. f. Quella donna che ha governo di fanciulle: governante. || s. m. Per sovrano.
Governari. v. a. Reggere, provvedere ai bisogni di ciò che è sotto propria custodia o giurisdizione: governare. || Aver in balìa: governare. || Detto di animali, averne cura, ecc.: governare. || cu’ mali si guverna di sua vita si doli, chi si governa male, vuol male a sè. || ass. Reggere uno Stato: governare. || rifl. a. Tener certa regola nel guidare, operare le proprie cose da sè: governarsi. Onde per salutare si dice: governativi: la si riguardi. || Prov. ognunu guverna a sè stissu e Diu guverna a tutti: ognuno per sè e Dio per tutti. P. pass. governatu: governato.
Governativu. add. Pertinente, o parteggiante del governo: governativo (voce d’uso).
Governaturi –tura –trici –turissa. verb. Chi o che governa: governatore –trice.
Governu. s. m. Amministrazione, maneggio, cura di chi governa: governo. || Modo e scienza di governare: governo. || La forma di governare: governo. || Tenore di vita: governo. Onde essiri ’n governu, esser in certa regola di regime. || Coloro collettivamente che fan parte del governo: governo. || Amministrazione delle faccende domestiche: governo. || Guida, direzione: governo. || Prov. nun sempri dura lu malu governu, poichè vien la sua volta e il suo fio; e i Borboni lo sanno.
Gozza. V. vozza.
Grabbugghiari. v. a. Confondere, disordinare, avviluppare: ingarbugliare. || met. Aggirare, avvolgere altrui: ingarbugliare.
Gràcili. add. Debole, sottile, magro: gràcile.
Grada. s. f. Quella inferriata posta alle finestre o altro, fatta a guisa di graticola: grata. || Per gradetta. V. al 2º §. || Quell’unione di spranghe di ferro intraversate che si mettono alle finestre, agli usci, nelle carceri, ecc: inferriata, ferrata. || grada a rummu, cioè a rombi, in cui i bastoni non s’incrociano a squadro: ferrata a mandorla. || – a gaggia, quella che sporge fuori in figura tondeggiante: – a gabbia || – ’nginucchiata: ferrata inginocchiata, co’ bastoni piegati.
Gradata. V. sopra.
Gradatamenti. avv. Per gradi: gradatamente.
Gradazza. pegg. di grada: grataccia.
Gradazzioni. s. f. L’andare per gradi crescendo o diminuendo: gradazione.
Gradetta. s. f. Ordegno di ferro a guisa di graticola, incastrato ne’ fornellli, dove posa il carbone acceso: gratella o gratìcola del fornello. || Quella latta bucherata del finestrino nelle pareti del confessionario: graticola, graticcia.
Gradicedda. dim. di grada: gratella.
Gradiceddu. dim. di gradu: gradino. E s’usa per dire: un pochino.
Gradigghia. s. f. Arnese di ferro, su cui si arrostisce carne o pesce sul fornello: gratella, graticola. || T. pesc. Strumento per rinchiudere i pesci, formato di cannucce ingraticolate: gradella. || Rete di fil ferro, adattata a un telajo, che si mette dinanzi a certe finestre, acciò non possano gettarsi entro sassi o lordure: graticola.
Gradigghiata. V. ’ngradigghiata. || Quantità di roba arrostita nella gratella: una gratella.
Gradigghiedda. dim. di gradigghia: graticoletta.
Gradimentu. s. m. Il gradire: gradimento.
Gradinata. s. f. Ordine di più gradini: gradinata.
Gradinu. s. m. Scalino: gradino. || a gradinu, posto avv., a poco a poco.
Gradiri. v. a. Aver a grado, accettare una cosa: gradire. P. pass. graditu o gradutu: gradito.
Graditissimu. add. sup. di graditu: graditissimo.
Gradittedda. dim. di gradetta: graticoletta.
Gradu, s. m. Siccome propriamente è lo scalino, così si usa per esprimere in genere dimensione o quantità, o di segnare la posizione relativa di checchessia: grado. || Dignità, stato, posto: grado. || Ognuna delle 360 parti in cui è diviso il cerchio: grado. || Misura di prossimità o lontananza di parentado: grado. || T. mus. Distanza da un suono al suo vicino: grado. || Misura di quantità negli strumenti come termometri, ecc: grado. || essiri ’n gradu, potere: esser in grado. || in summu gradu, altamente, oltre modo. || a gradu a gradu, o di gradu ’n gradu, a poco a poco, successivamente: a grado a grado, di grado in grado. || tinirisi ’nt’ô sò gradu, tener la propria dignità: tener il suo grado. || T. med. Partecipazione di caldo o di freddo manifestato sul soggetto in cui opera: grado.
Graduali. add. Di grado: graduale. || salmi graduali, quindici salmi che si recitan nella messa: salmi graduali.
Gradualmenti. add. Graduatamente: gradualmente.
Graduamentu. s. m. Il graduare: graduamento.
Graduari. v. a. Distinguere in gradi: graduare. || Conferire alcun grado: graduare.
Graduatamenti. avv. Di grado in grado: graduatamente.
Graduatòria. s. f. Documento contenente l’atto graduato de’ creditori: graduatòria.
Graduatu. add. Diviso in gradi: graduato. || Che