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MAS — 575 — MAS


la maschera. || livari la mascara ad unu, scoprirne la verità: cavar la maschera a chicchessia. || vistirisi ’n mascara, coprirsi con abiti di maschera: vestirsi in maschera. || mettiri ’na mascara, coprir di vergogna. || va mettiti ’na mascara, si dice a chi l’abbia fatta marchiana, quasi non debba più presentarsi a viso scoperto. (i Sienesi dicon anche màscara).

Mascarari. v. a. Coprir con maschera: mascherare. || rifl. a. Mascherarsi. || fig. Fingere: mascherarsi.

Mascararu. (Mal.) s. m. Colui che fa, vende o affitta maschere: mascherajo.

Mascarata. s. f. Quantità di gente in maschera: mascherata. || Il mascherarsi: mascheramento.

Mascaratedda. dim. di mascarata.

Mascarateddu. dim. di mascaratu.

Mascaratu. add. P. pass. di mascarari: mascherato. || Che ha la maschera: mascherato. || Finto: mascherato. || sost. Per maschera, cioè chi la porta.

Mascarazza. accr. e pegg. di mascara: mascheraccia.

Mascaredda. dim. di mascara: mascheretta, mascherina. || Malore delle biade per cui il granello diventa nero, fetido: volpe, carbone. || furmentu cu la mascaredda: grano volpato. || aviri la mascaredda: incarbonchire, si dice del grano. || Quella parte delle biade che secca, senza venir a maturità: vanume.

Mascaretta. s. f. T. calz. Pezzetto di pelle che si mette nella punta del tomajo: mascheretta, spunterbo. || Specie di cagnolino con muso schiacciato e nero: doghino, mascherino (Car. Voc. Met.).

Mascariari. v. a. Macchiar nero, far nero: annegrare, annerare. || Imbrattare, scorbiare. || si nun tinci mascarìa: se non tinge sporca, si dice di cosa la quale benchè non faccia del tutto male pure lasci qualche cosa. P. pass. mascariatu: annegrato, imbrattato.

Mascariata. s. f. L’annegrare, l’imbrattare: annegrata, imbrattatura, imbrattamento.

Mascariatedda. dim. di mascariata.

Mascariateddu. dim. di mascariatu.

Mascariatissimu. sup. di mascariatu.

Mascariatuni. accr. di mascariatu.

Mascariaturi –tura. verb. Chi o che imbratta: imbrattatore –trice.

Mascarittedda. dim. di mascaretta. || Per ischerzo a donnetta brunetta.

Mascarò. s. m. Il segno o la materia che annegra o imbratta: scorbio, imbratto. || Macchia, lividura: mascherizzo. (Fr. mascaron: mascherone).

Mascaruneddu. dim. di mascarò: imbratterello. || dim. di mascaruni: mascheroncino.

Mascaruni. s. m. Scultura che rappresenta una faccia goffa, brutta o contraffatta, serve per ornamento: mascherone. || Quello che si mette in poppa alle navi: polena, mascherotto da prua. || Per ingiuria a uno contraffatto e brutto: mascheron da fogna.

Mascatura. s. f. T. magn. Nome generale dei ferri che servon a mastiettare: mastiettatura. || Per toppa: serratura.

Mascaturedda. dim. del precedente: maschiettaturina (Tomm.).

Mascavatu. s. m. L’infima qualità dello zucchero: mascavato.

Maschettu. s. m T. art. Pezzo di ferro o altro che s’inserisce in altro pezzo vuoto corrispondentegli, quella parte della vite che entra nella chiocciola: mastietto.

Maschïata. V. masculiata.

Maschili. add. Da maschio: maschile.

Màschira. V. mascara.

Maschizza. (Mal.) s. f. L’esser rado, non fitto. || Qualità del maschio, virilità: maschiezza.

Masciareri. add. Di persona che opera disavvedutamente, che fa tutto male: ciarpone, ciarpiere.

Màsciaru. s. m. Danno, scomodo: disordine, sconcio. (Pasq.).

Mascidda. s. f. E vi è esempio di mascilla, ciascuna delle due parti carnose del volto, che metton in mezzo il naso e la bocca: guancia, gota, mascella. || Parte del fucile che stringe la pietra focaia: mascella, ganascia. || – di la morsa, le bocche della morsa: ganasce. || a mascidda, posto avv., di fianco per rafforzare la fabbrica: a muraglione. || Per masciddaru. V.

Masciddareddu. dim. di masciddaru.

Masciddaru. s. m. Quell’osso nel quale son confitti i denti: mascella. || T. macell. Tutta la polpa che veste il capo degli animali bovini. || T. mur. Alcune opere così di muratore che di legnajuolo che formano rinforzo o battente nelle rispettive costruzioni: muraglione, rinforzo. || – di la brigghia: le sguancie, le strisce della testiera che scendono nelle parti laterali della testa. || Le intelajalure a battente, che forman i quattro lati dei boccaporti: mascellai (Zan. Voc. Met.). || Le pareti della fossa di scolo che si fa nei campi, o simile.

Masciddata. s. f. Colpo sulle guance: guanciata, mascellone, mascellata. || fig. riciviri ’na masciddata, ricever offesa, onta.

Masciddatedda. dim. di masciddata: guanciatina.

Masciddatuna. accr. di masciddata: mascellone, guancione.

Masciddazza. pegg. di mascidda: gotacci.

Mascidderi. V. chiumazzu.

Masciddiari. v. a. Dare schiaffi: schiaffeggiare.

Mascidduna. accr. di mascidda: gotone.

Masciddutu. add. Che ha grosse e grasse gote: paffuto.

Mascidduzza. dim. di mascidda: gotellina.

Mascu. add. Diciamo di cosa fragile, poco tegnente, caduco: vizzo, fievole, vano. (Lat. vascus: vano). || essiri canna masca, esser debole, incostante. (Detto ad uomo che fa il bravo: tagliacantoni. (D. B.). || sost. V. màsculu al 2º §.

Masculami. s. f. Nome collettivo de’ maschi. In italiano vi è mastiume parlando però di bestie.

Masculara. add. Che cerca gli uomini.

Mascularu. s. m. Colui che spara i mortaretti.

Masculazzu. pegg. di masculu: maschiaccio.

Masculiata, s. f. Lo sparo de’ mortaretti.

Masculicchiu, Masculiddu. dim. di masculu: maschietto, maschiettino (Tomm.).

Masculinu. add. Di maschio: mascolino, masculino. || Si dice alle erbe o radici piccanti o aromatiche in grado superiore.

Masculottu. add. Che esprime l’essere dei ragazzi sino ad una certa età: maschiotto (Tomm.).