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MAT — 579 — MAT


Matinu. s. m. Il principio del giorno: mattutino, buon mattino. || cu ddi, tri, ecc. uri di matinu, due; tre ore ecc. innanzi giorno. || di bon matinu, per tempo: di buon mattino. || a lu matinu, al principio del giorno espresso o sottinteso: a brùzzico, la dimane. || Prov. di lu matinu si vidi lu bon jornu. V. in matinata.

Matinu. avv. Per tempo: di buon mattino. || dumani matinu, il mattino del giorno vegnente: domani mattina. Sup. matinissimu: pertempissimo.

Màtiri. V. madri. || V. sciàtari ecc.

Matiriedda. dim. di materia.

Matita. s. f. Lapis: matita.

Matrastra. s. f. Moglie del padre di colui a cui sia morta la madre: madrigna. (Sp. madrastra).

Matrazza. pegg. di matri. || In senso di utero, male affetto, che cagiona malori per lo stato suo morboso.

Matri. s. f. La genitrice, femmina che ha figliuoli: madre. || fig. Ogni cosa da cui altra tragga origine: madre. || Strumento dentro cui si formi checchessia, o parte che riceva o guidi altra parte di strumento: madre. || Per utero. E più specialmente la matrice delle vacche: ventre vaccino. || – di famigghia, padrona di casa: madrefamiglia. || Prov. nudda matri è tanta trista chi nun vurria bona la figghiola, per quanta trista sia la madre vorrebbe però educata la figliuola. || la matri piatusa fa la figghia tignusa, nello educar i figli non ci vuol debolezza: la madre pietosa fa la figlia tignosa. || la matri ’nfasciata e lu figghiolu pri la casa, quando la madre non può lavorare, insegna i figli a lavorare: la madre misera fa la figlia valente. || la matri chianci e lu figghiu si rasca, la madre piange il male del figlio. || zoccu fa la matri a lu cufularu, fa la figghia a lu munnizzaru, quel che i grandi dicono, i figli ridicono, o i bambini fanno quel che vedono fare. || tali matri, tali figghia, o qual’è la matri tal’è la figghia: qual la madre, tal la figlia. || amuri di matri, e sirvimentu di mugghieri, le cose più sincere e più buone. (Anco in italiano s’incontra matre per madre, ma è latinismo).

Matria. V. matrigna. In quel di Modica.

Matriali. s. m. T. gettat. Lungo ferro che si manda nelle fornaci per farne uscire il metallo fuso: mandriano.

Matriari. v. a. Somigliare, esser simile ne’ costumi o che alla madre: madreggiare, matrizzare.

Matribbuttana. s. m. Uomo per eccellenza pieno di furberìa: furbo, dirittone, machione. Parole disonoranti usate da coloro che non sanno parlare altrimenti se non con parole da trivio, oscene, o della mafia.

Matribbuttanedda. dim. di matribbuttana.

Matricala. s. f. Pianta ferace di molti rami; di fiori odorosi, i quali nel bianco porporeggiano: sclarea, schiarea. Salvia sclarea L.

Matricaria. V. arcimisa.

Matrichiesa. V. matrici. || fig. Si dice per esagerare checchessia o una favola o una bugia. || agghiuttiri matrichiesi, creder cose esageratamente: ber grosso.

Matrici. s. f. Chiesa cattedrale, principale: duomo. || T. fond, caratt. Pezzo di rame in forma parallelepipedo, e vi s’imprime il carattere col punzone in una delle facce: matrice (Car. Voc. Met.).

Matricida. s. m. o f. Uccisore della madre: matricida.

Matricìdiu. s. m. Uccisione della madre: matricìdio.

Matricresia. V. matrichiesa.

Matrìcula. s. f. Tassa che l’artefice o altri paga per poter esercitare l’arte: matrìcola. || Libro dove si registrano quelli che si metton alla tassa: matricola. || Ruolo dove si registrano quelli a cui vien data facoltà d’esercitar un’arte, professione, ecc.: matricola. || Ruolo di un corpo di soldati: matricola.

Matricolari. v. a. Registrar alla matricola: matricolare. || rifl. Prender l’esame ed esser abilitato ad un’arte ecc.: matricolarsi.

Matriculatu. add. da matricolare: matricolato, || S’usa a significare tutta l’arte e la malizia degli esperti in furberia: matricolato. E per indicare eccesso anco in isciocchezza.

Matrifulippa. V. matribbuttana.

Matrimoniu. s. m. Contratto o patto religioso o civile per cui l’uomo si unisce alla donna: matrimonio; nozze sono le feste che accompagnano il matrimonio; sponsalizio è la celebrazione degli sponsali cioè della solenne promessa di matrimonio; maritaggio è l’atto dello stringer il matrimonio, cioè dello stringer il patto, non tanto l’atto della celebrazione (Tomm. D.) || Prov. matrimoniu tardìu, orfani primintii, chi sposa da vecchio è facile che lasci ancora piccoli gli orfani. || pocu onuri s’acquista cui cu matrimoniu s’immisca, pare s’accenni ai mezzani. || matrimonii e viscuvati di lu celu su’ calati, dipende dalla fortuna come e quando essere: nozze e magistrato dal cielo è destinato. || fari matrimoniu, venir all’atto del congiungersi: consumar il matrimonio.

Matrimuniali. add. Di o da matrimonio: matrimoniale.

Matrimunialmenti. avv. Per via di matrimonio, secondo l’uso di esso: matrimonialmente.

Matrimuniarisi. v. rifl. Maritarsi: matrimoniarsi.

Matrimuniazzu. pegg. di matrimoniu.

Matrimunieddu. dim. di matrimoniu: matrimoniuccio.

Matrimùniu. Idiotismo di S. Cataldo, per matrimòniu V.

Matrimuniuni. accr. Buon matrimonio.

Matriperla, Matriperna. s. f. T. stor. nat. Spezie di conchiglia liscia, lustrante, in cui si trovano le perle: madreperla. Concha margaritifera L.

Matrisilva. V. lupa di voscu.

Matriviti. s. f. Chiocciola d’acciajo con cui si forma la vite: madrevite. || La vite femina: madrevite.

Matrona. s. f. Donna autorevole per età, per maestà: matrona.

Matronali. add. Di o da matrona: matronale.

Matrozza. V. parrina. Verso Catania.

Matruni. s. m. Vento morboso: fiato. || Indigestione. In ital. madrone o matrone è mal di fianco.

Matruzza. dim. e vezz. di matri: mammuccia.