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PAN — 694 — PAP


Panzica. V. panzutu.

Panzicedda. V. panzaredda.

Panzigghiuni. V. vintrigghiuni. || V. panzuni.

Panzinca. Forse corrotto da panzica V.

Panziredda. dim. di panzera: panzeruola.

Panziruni. accr. di panzera: panzierone, panzerone.

Panzitta, Panzudda. V. panzetta.

Panzunazzu. pegg. e accr. di panzuni: pancionaccio (in Firenze).

Panzuneddu. dim. di panzuni nel 1 e 2 §: trippettino.

Panzuni. accr. di panza: pancione. || Uomo che ha grossa pancia: pancione, buzzone, trippone.

Panzutazzu. pegg. di panzutu.

Panzuteddu. dim. di panzutu.

Panzutu. add. Di grossa pancia: panciuto. Sup. panzutissimu.

Papa. s. m. Secondo i cattolici, il Vice-Dio: papa. || stari di papa, vivere della più agiata e lussuriosa vita, siccome quella menata da’ vice-Dio: star come un papa. Per cui i Toscani quell’ora dopa il desinare, che si sta in panciolle e non pensando a nulla quasi godendo la sazietà animale, chiamano: l’ora del papa. || fari lu papa, burlare, gabbare; o birbo di popolo! || cc’è diffirenza di mia a lu papa, si dice quando l’una cosa differisce molto ed è inferiore ad un’altra: quanto dista gennajo dalle more. || Prov. Diu ’n celu e papa ’n terra, ravvalora la credenza della vice-deità del papa. || dari lu cuntu di lu papa a li sbirri, non dar ascolto a coloro che ci ragionano. || mentri semu papa, papiamu (e vi s’aggiunge anco cu’ sa si ’n’autra vota papa semu), finchè ci è dato il destro profittiamo; bisogna macinare finchè piove; come sopra, accenna al lucroso e agiato mestiere. || mortu un papa si nni fa ’n’autru, a tutto vi è rimedio al mondo: morto un papa se ne fa un altro. || iri a Roma e nun vidiri lu papa, tralasciare la cosa più importante in una data occasione: andar a Roma e non veder il papa.

Papà. s. m. Padre: babbo. || veni ccà ô papà, così i ragazzini anco contraffanno il canto dei merli, che i Toscani fanno invece: bene mio, ti veggo. || papà senari. V. rancugghiu.

Papajanni. add. Balocco, semplice: arcicotale, baccellone.

Papalèu. s. m. Sorta di scarabeo. ||fari papaleu, soffrir le corna che la moglie regala. || In pl. vale sbirri.

Papali. add. Di o da papa: papale. || Dicesi di un genere di caratteri: carattere papale (Car. Voc. Met.). || sost. Dolce di pistacchi, dentro conserva, e sopra una crosta bianca di zucchero. || parrari a la papali, chiaramente: dir una cosa alla papale.

Papalina. V. muffulettu. || Berretto nero che copra anco le orecchie: papalina. || V. inciminata.

Papalinazza. pegg. di papalina.

Papalinedda. dim. di di papalina.

Papalinu. add. Epiteto derisorio ai soldati che avea il papa quand’era re: papalino. || Partigiano dell’abbattuto governo teocratico romano: papalino.

Papalinuna. accr. di papalina.

Papaniscu. Nella frase parrari papaniscu cioè aggiungendo la p dinanzi ogni sillaba: parlar in pi pi (così parmi aver udito in Firenze). || In generale parlar in gergo compreso da pochi: parlar gergone.

Papanzicu. s. m. Spezie di cavalletta. || Per panzutu V.

Pàpara. s. f. Oca giovine. V. paparu.

Paparazza. pegg. e accr. di papara. || Per tròttola grande (in Giarre).

Papardedda. s. f. T. zool. Uccello grosso quanto una quaglia, ha quattro linee fosche sulla fronte, piedi bruni: pizzardella, beccaccino reale. Scolopax gallinago L. (in Lucca: papardella).

Paparduni. s. m. T. zool. Spezie di pizzardella grossa: croccolone. Scolopax major L. (Gaetano Di Giovanni).

Paparedda. dim. di papara: paperino.

Papariari. v. intr. Detto de’ vasi soprappieni, essere ricolmo: riboccare. || Allagare (Spat.). || att. Sopraffare, volger alcuno a suo modo: farne alla palla di uno. || Piaggiare, dar la quadra: sojare, beffare. || rifl. pass, papariarisi ad unu, insultarlo con minacce: pappare.

Paparina. s. f. T. bot. Pianta che fa gran fiori, composti di quattro petali, il sugo della quale ha virtù sonnifera: papàvero. Papaver somniferum L. || Più comunemente intendesi quella pianta di fiore rosso senza odore: rosolaccio. Papaver rhocas L. || La più minuta sorta di pallini da caccia: migliarola. || – curnuta: chelidonio. Chelidonium glaucum L.

Paparinedda. dim. di paparina. || Il seme del papavero. || Sorta di pasta minuta quanto i semi del papavero. || – di ventu, fior di adone.

Paparinicchia. V. sopra al § 1.

Paparotta. modif. di papara: paperotto. || (Rocca). Vivanda molto tenera, quasi liquida: pappolata.

Paparottu. s. m. (Caruso) Il fanciullo delle zingane.

Pàparu, s. m. Oca giovine: papero.

Pàparu. add. Di vaso colmo, pieno fin alla bocca: abboccato, riboccante. Onde paparu paparu, pien a ribocco. Si dice di quell’uovo di cui il guscio è molle come un velo: uovo sguscio (Boscaino), uovo col panno (Car Voc. Met.). Per la etimologia ognuno dice la sua. Pasq. dà una corsa fin al Caldaico bar: fuori. paparu vale oca giovine, chi sa che l’uovo sguscio non sia creduto uovo giovane? || Per ubbriaco.

Paparuttata. V. paparotta al § 2.

Paparuttedda. dim. di paparotta.

Papassu. s. m. I turchi lo dicon ai sacerdoti cristiani e viceversa questi a quelli, per astio di mestiere: papasso. || stari comu un papassu, con ogni agio: star com’un papa. || fari lu papassu, spadroneggiare. || Caporione: papasso.

Papatu. s. m. Il mestiere e il grado papale: papato. || manciarisi un papatu: scialacquare ogni bene.

Papazzu. pegg. di papa: papaccio.

Papiari. v. intr. Comandar con troppa autorità, come hanno fatto, e vorrebbero seguitare, i servi dei servi di Dio: spadroneggiare. || Esser in buona fortuna: goder il papato. || V. papizzari.