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ra bella forma, o la freschezza ecc.: porcherìa. || E di qualunque cosa brutta e malfatta nel suo genere: porcherìa. || Sgarbatezza, gofferia: goffaggine. || Parola oscena: porcherìa.
Purcariazza. spreg. di purcaria: porcheriaccia in Firenze).
Purcariedda. dim. Porcheriuola.
Purcariuna. accr. di purcaria.
Purcariusu. V. purcarusu.
Purcaru. s. m. Guardiano di porci: porcajo, porcaro. || E colui che vende porci.
Purcarusamenti. avv. Da porco, sozzamente: sporcamente.
Purcaruseddu. dim. di purcarusu.
Purcarusu. add. Da porco: porchereccio. || Sozzo, sudicio: sporco, porcinoso.
Purcazzu. pegg. di porcu: porcaccio.
Purcedda. fem. di purceddu: porcella. || Prov. quannu t’è data la purcedda, curri prestu cu la curdicedda, non bisogna tardare nel pigliare, o nell’afferrar l’occasione: al pigliar non esser lento, o chi non fa quando e’ può, non fa quando e’ vuole.
Purceddu. dim. di porcu: porcello. || – di latti: porcello di latte, che ancora poppa. || Idiotismo alcamese per dire: figliuolo.
Purchì. avv. Basta che: purchè.
Purchiari. V. purciddiari.
Purchitteddu. dim. di purchittu.
Purchittu. dim. di porcu: porchetto.
Purci. s. m. Insetto piccolissimo, noto: pulce (s. f.) || – di mari, sorta d’insetto acquatico: pulce di mare (Perez). || fig. Si dice a ragazzetto piccolissimo: cecino, cazzatello. E delle volte si dice anche purci di quasittuni. || Quella glandoletta che è involta nel grasso della carne bovina. || scacciari li purci a unu, fig., bastonare: spianar le costure ad uno. || mettiri o trasiri un purci ’nta l’oricchia, V. in oricchia. || nun putirisi pigghiari un purci all’anca, V. in anca: aver faccende fin a’ capelli, o non poter dire mesci. || mettiri un purci ’n testa, dire altrui cosa che il tenga in confusione o gli dia da pensare: metter una zanzara nella testa. || mittirisi un purci ’n testa, deliberare, mettersi in cuore di volere o di fare: aver ficcato il chiodo in una cosa. Aver pretensione o genio di checchessia: aver il baco di checchessia. || sataricci un purci ’n testa, venir voglia, uzzolo. || Prov. tutti li purci hanno la tussi, ciascuno ha l’ambizione di credersi qualcosa di più: ogni cencio vuol entrar in bucato. || pigghiaricci li purci ad unu, fig., venirgli in noja una cosa.
Purciagghia. s. f. Atto o procedere sporco: trojerìa. || Gente sporca.
Purciddami. s. f. Nome generico di quantità di porchetti: porchettame.
Purciddana. s. f. T. bot. Pianta che ha gli steli e i rami a cespuglio, le foglie sparse, spantolate, lisce, integerrime, ottuse, carnose; fiori bianchi: porcellana, portulaca. Iberis semperflorens L.
Purciddanedda. dim. di purciddana: porcellanetta.
Purciddazzu. pegg. di purceddu.
Purciddiari. v. intr. Fare porcherie. || Mangiare da porco: grufolare.
Purciddottu. s. m. modific. di purceddu: porcellotto.
Purciddu. dim. di purci.
Purcidduneddu. dim. di purcidduni.
Purcidduni. V. purciddottu.
Purcidduzzu. dim. di purceddu: porcelletto, porcellino. || – d’innia, animaletto senza coda, colle orecchie corte, il pelo parte bianco e parte aranciato misto di nero; abita il Brasile: porcellino d’india, ciuino. Mus porcellus L. || – di s. Antoni, insetto che abita nei luoghi umidi, è grigio, ovale, e ha quattordici piedi: porcellino, asello terrestre. Oniscus L. || purcidduzzi di mari, sorta di testaceo: conche veneree.
Purcigna (A la. Modo avv. Al mo’ dei porci.
Purcili. s. m. Stanza dove si tengono i porci: porcile. || Per sim. luogo sporco: porcile.
Purcillami. V. purciddami.
Purcillana. s. f. Sorta di terra da stoviglie fine: porcellana. || Vasellame fatto di essa terra: porcellana.
Purcilletta. s. f. Porcellana di qualità inferiore.
Purcina. s. f. Carne porcina.
Purcinella. V. puddicinedda.
Purcinillata. s. f. Azione ridicola, da pulcinella: pulcinellata, burattinata.
Purcinu. add. Di porco: porcino.
Purciscu. add. Da porco: porchereccio.
Purcissioni. V. prucissioni.
Purciteddu. dim. di purci.
Purciuni. accr. di purci.
Purcunazzu. pegg. di purcuni, e si dice a persona sudicia: porcaccione, porcellone.
Purcuneddu. dim. di purcuni.
Purcuni. accr. di porcu: porcone. || Detto a persona sporca: porcellone.
Purdicchiu. V. virticchiu.
Purè. s. m. Modo di esser apparecchiati certi camangiari, cioè ridotti come a polenda: passato, p. e. il passato di patate ecc.. E a Firenze, mi ricordo, aver udito chiamare macè le patate così ridotte. || Così, detto per esempio di patata o altro, fatta a purè: passata per lo staccio.
Purga. s. f. Purgazione: purga. || purghi, diconsi i mestrui delle donne: purghe. || Medicamento con cui altri si purga: purga.
Purgabbili. add. Che facilmente si purga: purgabile.
Purgamentu. s. m. L’atto del purgare: purgamento.
Purganteddu. dim. di purganti. s. m. purgantino.
Purganti. s. m. Medicinale purgativo: purgante.
Purganti. add. Che purga: purgante. || Si dice anco delle anime che si credono in purgatorio: purgante.
Purgari. v. a. Tor via la immondizia, il cattivo, il superfluo: purgare. || Evacuare, mandar fuori: purgare. || purgari a unu, dargli medicine purgative: purgar uno. || rifl. a. Pigliare medicamenti purgativi: purgarsi. || Si dice delle donne che sono tuttavia nel puerperio: purgare.
Purgata. s. f. L’azione del purgare o purgarsi: purgata.