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Scasciunari. v. a. Cavar dalle cassette (casciuni). || V. scasciari

Scasciuni. V. scaciuni.

Scasiddari. V. scasari, ultimo §. || – lu cori, trabalzar il cuore da paura, da sorpresa ecc.

Scassari. v. a. Aprire porta o simile sforzando, rompendo: scassare, scassinare. || T. agr. Divegliere, sbronconare: scassare. || Cancellare, cassare: scassare (Nerucci). || Dicesi in alcuni paesi dello eruttare che fa l’Etna || V. scassiari. || Per scasciari § 2 V. || rifl. pass. Divenir orgoglioso, andar altero di checchessia: inorgogliarsi, inorgoglirsi. || scassarisicci, prendere lungo e grande diletto: smammolarcisi .

Scassata. s. f. L’azione dello scassinare.

Scassatedda. dim. di scassata.

Scassatina. s. f. Frattura di porta, cassa ecc. per furto o che: scasso. || L’atto dello scassinare in generale.

Scassatu. add. Da scassinare: scassato. || essiri scassatu V. scassari al § 6 e 7. || V. mmizzigghiatu.

Scassatuni. accr. di scassatu al § 2.

Scassi. s. m. pl. Delizie, agi. || Divertimenti. || V. mmizzigghi.

Scassiari. V. mmizzigghiari.

Scassu. s. m. Gran romore: rovinìo. V. scasciu.

Scassuneddu. dim. di scassuni.

Scassuni. s. m. Si dice di fabbricato, casa, stanza grande, mal messa, o vuota di mobilia: badìa a spazzavento; quasi dire tutta scassinata.

Scastrari. v. a. Contrario di incastrare (Spat.).

Scatacchiari. V. scatasciari. || V. anco scuttari.

Scataddittu. V. babbaluci.

Scatamasciu. s. m. (An. M. e D. B.). Romore forte, grida: schiamazzo.

Scatanzirru. V. attuppateddu.

Scatarrari. V. sgraccari: scatarrare.

Scatarrata. s. f. Lo scatarrare: scatarrata.

Scatasciari. v. a. Levar la bozzima: sbozzimare (da catasciu). P. pass. scatasciatu: sbozzimato.

Scatasciata. s. f. Lo sbozzimare. || met. Smargiassata.

Scatasciusu. add. Dicesi di chi di tutto fa caso, ha apprensione: casoso.

Scatastari. v. a. Contrario di accatastare (Pasq.). || Scolmare (D. B.).

Scatinamentu. s. m. Lo scatenare: scatenamento. || Lo scassar la terra.

Scatinari. v. a. Trar di catena: scatenare. || T. agr. Rompere la terra coll’aratro: dissodare. || met. Incitare contro: sguinzagliare. || rifl. a. Uscire dalla catena: scatenarsi. || Detto delle ossa, dislogarsi: schiovolarsi. || met. Scappar fuori, sollevarsi con furia ed impeto: scatenarsi. || scatinari la terra. V. scassari. § 2. P. pass. scatinatu: scatenato. || Sguinzagliato.

Scatinata. s. f. L’azione dello scatenare: scatenata. || Sguinzagliata (V. participiu).

Scatinu. s. m. Lo scassare la terra. Onde si dice fari lu scatinu.

Scatirnari. v. intr. Detto del terreno, franare: smottare. || Dissodare. V. scassari al § 2.

Scatriciari. V. squatrasciari.

Scattacori. V. crepacori.

Scattafeli, Scattafìcati. (A. posto avv. A più non posso: alla stracca.

Scattagaviu. V. tirruri (Pasq.).

Scattagnetti. V. castagnetti.

Scattagnola. V. zicchittuni.

Scattamentu. s. m. Lo scoppiare: scoppiamento.

Scattaminnacchi. s. m. pl. V. affittazioni. || Finte dimostrazioni di affetti: lezii, moine.

Scattamugghieri. s. f. (Pasq.). Sorta di torta di raviggiuolo e verdura.

Scattanasu. V. giuggiulena.

Scattari. v. intr. Crepare per non potersi contenere: schiattare. || Aprirsi, rompersi per troppa pienezza, o altra simile violenza: scoppiare. || Uscire, derivare, nascere: scoppiare. || Rompere con violenza e scoppio: schiantare. || fig. Essere fortemente agitato dalla rabbia, d’invidia: scoppiare di rabbia, d’invidia. Vale anche aver gran dispiacere o compassione: scoppiare a uno il core di checchessia. E aver gran voglia: scoppiare di far checchessia. || Il primo germinare delle piante: scoppiare; e Giuliani ha anco: riscoppiare, il nuovo germinare. || Detto delle parti del corpo quando scoppiano in malori: esulcerarsi. || Detto di legno, carbone e simili, il fare rumore quando bruciano: scoppiettare. || Morire, onde scattaricci l’occhi, la facci, per più spregio: dilefiare, crepare, schiattare. Onde il Lori fa dire alla Mea: Ci ho che far io, se dopo m’ènno schiatti (schiattati). Detto di cosa, essere in istato di poterne usare, appena compiuta o di recente avvenuta. || scattari lu feli, morir d’angoscia, di crepacuore o di stanchezza per lunga e faticosa corsa fatta. || scattari di li risa. V. in cripari. || – di siti, morir dalla sete: affogar di sete. || grapitimi ca scattu, dicesi a uomo bilioso troppo, o a uomo soverchiamente tronfio di sè. || a scattari, posto avv., a più non posso.

Scattata. s. f. L’azione dello scoppiare: scoppiata.

Scattatu. add. Da scoppiare: scoppiato. || mortu scattatu, putrefatto, puzzolente.

Scattiari. v. a. Dar percosse: battere, crocchiare, dare, ass. || V. scuppari. || Venire, dare addosso, piombare. || V. sbattiri. || Far il rumore come le legne e simili al fuoco: scoppiettare. || Cominciar a fendersi: screpolare. || fig. Rubare, arraffiare. P. pass. scattiatu: battuto. || Scoppiettato.

Scattiata. s. f. Il battere.

Scattiaturazzu. pegg. di scattiaturi.

Scattiatureddu. dim. di scattiaturi.

Scattiaturi. s. m. Ladroncello, colui che ruba di nascosto fazzoletti, orologi, borse per le vie del paese, in mezzo la folla, senza violenza: borsajuolo.

Scattiola. s. m. Fico immaturo: tortone. È anco add. (da scattari).

Scattiolu. V. scupittuni (Rocca).

Scattìu. s. m. Si dice per lo più del sole, del caldo, l’ora più calda, fitto meriggio: stellone, caldana, fitto meriggio. || Anco del punto più forte di un’azione qualunque: nel forte, nel buono, nel fitto p. e. siamo nel buono delle faccende (Giuliani).

Scattiuledda, dim. di scattiola.