Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/140

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114 argonautica.

     1355Tosto che il grembo alleviâr le donne
     I mariti s’allettano, e rinvolti
     Di fasce il capo fan gemiti e omei;
     E quelle a lor di confortevol cibo
     Porgon ristoro, e apprestano i lavacri
     1360Puerperali. Il sacro monte poi
     E il paese passâr, dove fra balze
     I Mossinéci han le mossìne a stanza,
     D’onde traggono il nome. E leggi ed usi
     Da ogni gente han diversi. Atto che altrove
     1365Far del popolo in mezzo, in mezzo al foro
     Lice palesemente, entro lor case
     Ei fanno occulti, e quanto in chiuse stanze
     Opriamo noi, fuor senza biasmo ei tutto
     Fanno all’aperto nelle vie frequenti,
     1370Nè pubblico pudor vela del letto
     Le lascive opre, e come ciacchi in branco,
     Nulla pur de’ presenti vergognando
     Stesi giù su ’l terren mesconsi insieme
     Con le donne in amore. Il re sedendo
     1375In altissima torre imparte a tutti
     Giusta ragione, e se dal retto un punto
     Pur devìa, sciagurato! entro il rinchiudono
     In quel dì stesso, e il fan perir di fame.
Già in là trascorsi, e giunti incontro ormai
     1380Sono di Marte all’isola, co’ remi
     Tutto il giorno attendendo a fender l’onda,
     Perocchè del mattin la facil’aura
     Più non soffiava. Ed ecco in alto correre