Gli stinfàlidi augei fugar dal lago.
Bensì salito ad alta balza in cima,
Tamburò con le mani un assordante 1415Bronzeo strumento, e a quel fragor sorpresi
Quei da spavento orribile, lontano
Fuggîr stridendo. Ed anche noi partito
Pigliam conforme; anzi dirò quel ch’io
Già in mente divisai. Tutti sul capo 1420Gli elmi poniam d’alto cimiero instrutti,
E a vicenda co’ remi il legno spinga
Metà di noi, metà di lucid’aste
E di scudi a difesa armi la nave,
E tutti poi concorde un grido alzate, 1425Tal che quelli spavento abbian di tanto
Scoppio inusato, e de’ cimier che ondeggiano,
E delle in aria aste vibranti; e quando
Giunti all’isola siamo, urla farete,
E picchiando gli scudi un gran fracasso. 1430Disse, e il provido avviso a tutti piacque;
E di bronzee celate orribilmente
Rilampeggianti arman le teste, e sventolano
Rossi all’aure i cimieri. Altri alternando
Vogano, e con gli scudi altri o con l’aste 1435Ricoprono la nave. E qual se l’uomo
Di cotte argille un edificio attetta,
Delle pioggie riparo ed ornamento,
L’un con l’altro via via congiunge e intesse
Gli émbrici insieme, in simigliante forma 1440Commettendo gli scudi essi alla nave