Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/240

Da Wikisource.
214 argonautica.

     Più n’avremo dolor se te, morendo,
     Preda a coloro abbandonar n’è forza.
     Or questo accordo altro non è che inganno
     Per trar quello a perir; nè per te sola
     530Più daranno i vicini a’ Colchi aita,
     Se lor manca il signor, quei che si vanta
     Propugnatore e fratel tuo; nè pugna
     Con soli i Colchi io canserò, se tôrre
     Tenteran del ritorno a me la via.
535Sì blandendo la venne. Ella un funesto
     Pensamento proferse: — Or ben, m’ascolta.
     Poi che commesso ho il primo fallo, e rea
     Per impulso divin fatta mi sono,
     All’altre colpe aggiunger questa or vuolsi.
     540Tu dell’oste de’ Colchi al movimento
     Procaccia opporti; io nelle mani tue
     Colui venirne alletterò con arte
     (Di bei doni e d’onor tu l’accarezza),
     Se pur quinci a partir potrò gli araldi
     545Persuader, sì che da tutti solo
     Meco ei rimanga a favellar: tu allora
     (Se ciò ti giova, io no ’l ti vieto) a lui
     Dà morte, e movi indi battaglia a’ Colchi.
Ambo sì convenuti, il grande inganno
     550Composero ad Absirto, e a lui di molti
     Mandâr doni ospitali e il sacro anch’esso
     D’Issipile aggiungean purpureo peplo,
     Che a Bacco già nella marina Dia
     Elle stesse tessean le dive Grazie,