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Vita e diario di Paolo Alaleone 29

nella cerchia delle sue funzioni, e se qua e là abbiamo potuto spigolare qualche particolare, lo dobbiamo unicamente ad alcuni moti dell’animo suo, ai quali incoscientemente cedeva. Egli occupò la sua carica per ben cinquantasei anni, e ci ha lasciato un diario che comprende più di mezzo secolo di cerimonie; parrebbe quindi che mole si vasta ci fornirebbe abbondante materia di studio. Ma ciò non si avvera; il suo diario completo è contenuto in otto grossi volumi in-4° da sette a ottocento pagine ciascuno, e che registra più di quattromila messe, vespri, processioni ed altre solennità religiose e civili, ma credo che sia difficile trovare un altro diario più monotono e noioso di questo. Non è già tanto la materia in sè che produce questo effetto, potendo essa giovare in una certa misura ad approfondire la nostra conoscenza di quei tempi lontani ed a rivivere in essi, ma è soprattutto il modo con cui trattò la materia; dal quale modo abbiamo le prove più evidenti della meschinità del suo ingegno e della poca elevatezza dell’animo suo.

Fu senza dubbio un uomo coscienzioso, che si dedicò minuziosamente allo scrupoloso adempimento dei suoi doveri e di ciò non possiamo negargli la dovuta lode; ma ci accorgiamo allo stesso tempo che ciò devesi non tanto a un desiderio intrinseco di fare il suo dovere, quanto alla immensa importanza, che, a suo giudizio, avevano le forme esterne del cerimoniale. Per questa ragione, all’infuori delle sue occupazioni nulla lo interessava, nulla lo attraeva; i più insoliti avvenimenti ed i fatti più importanti gli passavano innanzi senza colpirlo, purchè non venissero a turbarlo nella sua neghittosa indifferenza, indifferenza che si accentuò sempre più cogli anni. Quello invece che strettamente lo riguardava, essendo per lui di somma importanza, non dimenticava mai di notare.

Accade spesso che egli si scusi d’aver narrato qualche avvenimento storico estraneo al cerimoniale, come se avesse