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La lega cristiana nel 1572 353

in quella circostanza, e pensando ai mille contrasti ed alle infinite difficoltà poste innanzi dagli Spagnoli, proponesse di concludere a qualsiasi patto la pace coi Turchi, preferendo perder Cipro per via di trattato, che assistere colle armi in pugno e per colpa degli Spagnoli alla caduta di Famagosta e delle altre città.

Prevalse tuttavia il partito contrario e la lega fu solennemente giurata il 25 maggio 1571. Ma non si tardò a vederne gli effetti.

Dapprima gli Spagnoli si fecero a lungo aspettare al luogo di convegno, tanto che il Veniero, sostituito allo Zane, per non essere assalito a Corfù dalla squadra turca mentre era solo, dovette ritirarsi a Messina, lasciando il nemico libero di devastare le isole Ionie; giunti finalmente a Messina (23 agosto), dopo infinite istanze e lettere di Pio V a don Giovanni, cominciarono nei consigli di guerra a mostrarsi del tutto alieni dal combattere, enumerando i danni che da una battaglia perduta potevano derivare1, screditando il Colonna, aperto fautore di una sollecita e decisiva azione militare, e suscitando coi loro soprusi e le loro angherie il malcontento degli alleati, a tal segno che il Veniero fu più volte in procinto di partir solo verso l’assediata Famagosta, preferendo l’esser vinto in battaglia al rimanere ozioso nel porto in perpetuo contrasto coi suoi alleati2.

Persuaso dal Colonna a sopportar con pazienza pel bene della lega le altrui prepotenze, il generale veneto dissimulò le offese e rimase; ma le discordie riarsero più vive quando presso le Gomenizze, non lungi da Corfù, il Veniero fece appiccare, perchè rei di ribellione, alcuni

  1. Veggasi nell’op. cit. p. 143 sg. del Sereno, testimonio oculare, la diffusa esposizione di tutti ì raggiri del Consiglio di don Giovanni per istomare le armi dei collegati dal Levante e volgerle verso Tunisi.
  2. Guglielmotti, op. cit. p. 183.