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98 i porti della maremma senese

presso il re Luigi, la cui annata assai poderosa aveva da qualche tempo gittato le ancore dinanzi a Talamone, tacevano vive sollecitudini perchè a’ suoi ammiragli comandasse di aggredire il porto, mentre al tempo istesso l’esercito senese darebbe l’assalto al castello. Così passarono due mesi in apparecchiamenti di guerra, che riuscirono poi quasi a nulla; perciocchè i capitani della repubblica, presa intelligenza con alcuni terrazzani, la notte precedente il dì 6 dicembre penetrarono co’ loro fanti in Talamone; ed assalite all’improvviso le guardie, uccisero molti soldati di re Ladislao e dei Genovesi, e si resero padroni della terra, nulla tentando peraltro contro la rôcca1. Se non che, pochi giorni dopo, cioè il 17 di dicembre, per viltà dei castellani Biagio da Tozzolo e Giovanni d’Antonio da Chiavari, i Senesi ebbero anche la rôcca; il qual successo grandemente rallegrò i cittadini, a cui l’occupazione di quel Porto sembrava che avesse in qualche nodo recato offesa alla libertà della loro patria2.


  1. Emanuele Repetti dicendo che Talamone fu ricuperato allora da Francesco Sforza capitano dei Fiorentini (Dizionario della Toscana, ari. Talamone, vol. V, pag. 449), toglie ogni merito di questa vittoria alle milizie senesi, e cade in un anacronismo. Francesco Sforza in quest’anno era appena decenne. Forse voleva scrivere Sforza Attendolo che militava pe’ Fiorentini in maremma, le cui genti è probabile che soccorressero in questa impresa le milizie della repubblica. Comunque, nelle lettere scritte dai Senesi dopo quell’avvenimento alla repubblica di Firenze, al pontefice e ad altri, è sempre asserito che Talamone fu ricuperato dai fanti della repubblica. Ai Fiorentini specialmente non si sarebbe potuto lacere la parte presa dai fanti e capitani loro in quella espugnazione.
  2. Copialettere del Concistoro, a c. 72 t. e 78. Questi avvenimenti furono narrati dalli storici senesi assai imperfettamente. Giugurta Tommasi ne scrisse forse meglio di ogni altro; ma pure la sua narrazione non è senza mende, troppo essendosi egli affidato ai cronisti. Merita nondimeno di essere qui allegata, anche perchè inedita, com’è tutta la seconda parte delle sue Istorie senesi

    «Mentre i Sanesi guerreggiavano col conte Bertoldo, le galere dei Genovesi occuparono il porto e la fortezza di Talamone, mal difesa o (come credettero allora i più degli huomini) tradita da Antonello Gonzaga, che la guardava per la republica. La cosa passò in questa maniera. Il re Luigi, secondo gli ordini dati, tornava in Italia per far l’impresa del regno di Napoli, con una fortissima