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Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/174

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170 rassegna bibliografica

so di Borbin suo gentiluomo. E di nuovo levandone gli alti clamori, scriveva il Nunzio, che «vedendosi accusata ogni giorno, .... vuol piuttosto sottomettersi al Parlamento, perchè se le faccia la causa come a donna ordinaria»1. E scriveva in altra del 21 dello stesso mese: «Vanno sempre di male in peggio le cose della regina madre. V. S. illustrissima vedrà nel foglio d’avvisi, quel che è occorso a Luçon, e la risoluzione che s’è presa di levar Breves d’appresso al fratello del re; cominciandosi fin d’ora a temere che questo fratello dia dei travagli, e che, come possa star a cavallo, non si separi dal re e non si faccia capo di fazione contro S. M. S’è scolpito nel cuore del re, che la regina madre volesse veder piuttosto re il fratello; e che tutte le macchinazioni d’Ancre tendessero a questo fine, in maniera che mai non sarà possibile che il re abbia buon animo verso la madre e verso il fratello.... Io ho inteso anche, da buona parte, ch’è stato fatto intendere alla regina che non s’allarghi da Blois; e Dio voglia che, esacerbandosi a questo modo le cose non la mandino un di questi giorni nel castello d’Amboise o in Italia»2. L’odiosità di tale procedimento si voleva evitata; e però in corte si venivano maneggiando per metterla in necessità che dimandasse essa stessa di essere mandata in Italia; al qual proposito il Nunzio osserva: «Il che non si crede che S. M. debba fare; perchè le solite mutazioni di ([ua la terranno sempre in speranza che qualcuna ne sia per nascere a suo favore. La verità è, che il re le ha grande avversione per le cause già scritte, e perchè non gli si può levar di capo che non fosse disonesta la pratica d’Ancre»3. E aggiunge in altra del 25 maggio: «Luynes e Dèagean stanno in grandissimi sospetti della regina madre; perciò ogni cosa fa loro paura»4; e che già avevano nei primi di maggio comandato al Richelieu di ritirarsi in Avignone5. Sul quale fatto osservava il segretario di Stato: «Che Sua Santità.... ne dimandò l’arcivescovo di Lione; il quale rispose che l’aveva inteso.


  1. Lett. 1055, del 4 aprile.
  2. Lett. 1090.
  3. Lett. 1137, del 9 maggio.
  4. Lett. 1156.
  5. Lett. 1173, del cardinal Borghese, datala i! 30 maggio.