Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/195

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rassegna bibliografica 191

Quest’Atto è molto importante, perchè reca la legislazione veneta del secolo IX in rapporto con gran parte d’Italia. Ivi, tra l’altro, è sancito pena contro gli invasori delle Venezie; proibito comperare o vendere schiavi i liberi cristiani; convenuto reciproco aiuto tra i contraenti contro gli Schiavoni, comminato pena contro giudice che ritardi fare giustizia. Ivi chi uccide un libero è condannato pagare 300 soldi, e chi Io ferisce 50; chi uccide lo schiavo paghi soldi 50, e chi lo ferisce 30; ogni furto si compensi col quadruplo del rubato. Poi è trattato dei servi e dello ancelle fuggitivi, della negoziatura, del pegno, degli eunuchi, del giuramento.

5.° Berengario, ad istanza del regio cappellano Beato e di Grimaldo, ricevo in protezione l’abbadessa Adelgide di Capodistria e il suo monastero colle pertinenze, non che la corte di Devisiano, per la quale fu lite col vescovo Polense.

Di Brescia, 24 aprile 908; di Berengario re anno XXI.

Copia di quest’Atto trasse il bibliotecario Valentinelli dall’archivio centrale di Venezia per il Dümmlcr, che a sua volta ne fece collazione coll’originale.

6.° Berengario re, intercedenti i presuli Giovanni pavese e Liutardo comasco, conferma, ad istanza di Beato vescovo di Tortona, il teloneo e il distretto e ogni pubblico officio alla plebe di Voghera, come ne fu fin qui investita; e altresì l’aquedotto della Stafora per costruire mulini.

Dato di Coriano, il primo di febbraio 915, di re Berengario anno XXVIII1.

Il documento è ricordato da Robolini (Notizie di Pavia, II, 55) e più diffusamente da Durando (Piemonte cispadano). Il Dümmler lo trascrisse da copia più recente nell’archivio diplomatico di Milano, e ne discusse la data che in altri documenti è dichiarata coll’anno 919. Il luogo è Coriano o Corano in vicinanza del Po.

7.° Berengario imperatore conferma al convento di S. Salvatore in Monte Amiata tutti i suoi possedimenti; il quale convento aveva Berengario mandato a governare dal Marchese Guido, imperocchè ne fosse scaduta la regolare osservanza.

Dato di Roma, 8 dicembre 915; di Berengario re anno XXVIII, imperatore I.

Trovasi in due originali nell’archivio di Stato in Firenze, avutane copia il Dümmler da Dante Catenacci, per interposizione del professore Jaffé.

8.° Instanti Grimualdo conte e Oderico marchese per mezzo di Giovanni vescovo di Cremona e cancelliere imperiale, Berengario

  1. L’anno nelle varianti è 919.