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64 i porti della maremma senese

avevano un’armata da opporre a quella del Doria, si persuasero presto che Port’Ercole non avrebbe potuto per forza d’armi ricuperarsi, e cominciarono a trattar la cosa per mezzo degli oratori e degli agenti che tenevano in Roma ed in Napoli. Che la occupazione di Port’Ercole per parte delle milizie pontificie fosse in tutto contraria al diritto delle genti, era facile a dimostrarsi; ma la curia dava risposte evasive, e papa Clemente non faceva mistero di curarsi poco di qualsiasi diritto, allorchè potesse vantaggiare sè o la sua famiglia. Ma quando cominciò ad essere tutto intento alla ruina di Firenze, rimesse alquanto del suo livore, contro ai Senesi, e meno fiere o risolute furono le risposte date agli oratori della repubblica. Bensì per togliersi da questa briga, simulò di aver ceduto Port’Ercole al Doria, e di non poter egli assecondare in tutto il desiderio dei Senesi. La Signoria non indugiò a scriverne al Doria, facendogli caldissime istanze perchè volesse restituire Port’Ercole alla repubblica; ed egli, da quell’accorto uomo che era, rispose da Genova: - quella restituzione essere egualmente nel suo desiderio, ma bisognare ancora altre negoziazioni; ne essere in facoltà sua il rendere quel Porto senza una lettera o un breve del papa. A quest’effetto avere spedito un messo in corte di Roma, persuaso che la mente del papa sarebbe di accontentare i Senesi. La repubblica vivesse sicura della buona volontà sua, desiderando egli di far servigio alla città di Siena come a quella propria di Genova1. Era agente dei Senesi in corte di Roma un tal Iano Calvo, stando l’ambasciatore loro Bernardino Tantucci presso il vicerè in Napoli. Il Calvo si era procacciato il breve anche prima che il Doria lo chiedesse come necessario per la restituzione di Port’Ercole, e ne diede avviso ai Signori il 2 di gennaio 15292. Ma il Doria ed

  1. Lettera di Andrea Doria alla Signoria de’ 22 gennaio 1528 (st. sen.).
  2. «Si sono pure haute finalmente le lettere per la restituzione di Porto Hercole, come vedranno per il breve di S. S., il quale con tanta fatica et