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10 dei giudizi civili in roma

cum jussu regis et pape tam firmiter et inviolabiliter terminatum est. L’istesso difensore del clero di S. Eustachio conobbe il suo torto, e disse candidamente: Ego amplius non contendo1: ed in tal guisa io credo sia stata sopita per sempre quella questione.

XII. A coteste due sentenze profferite in contradittorio giudizio, un’altra ne soggiungerò pronunziata in contumacia. Crescenzo figlio di Benedetto Conte aveva con frode ed insidie notturne occupato il castello di Bocchignano in Sabina spettante al monastero di Farfa. Ricorse l’abbate a Benedetto VIII per ottenere giustizia; ed il pontefice, fatto citare Crescenzo, in compagnia di molti giudici tanto Romani che Longobardi, si portò nelle vicinanze del castello di Tribucco, che non lungi da Farfa e Bocchignano allora vi era2. Fatto quivi chiamare varie volte in giudizio Crescenzo, questi non mai comparve; ed il Pontefice ciò vedendo ordinò ai giudici che agissero secondo le leggi. Furon questi d’accordo, che sebbene il reo non comparisse, si dovessero nulla di meno esaminare le ragioni dell’attore. L’abbate produsse i suoi documenti, e provò che realmente il castello di Bocchignano al suo monastero spettava. I giudici allora collatis Justinianae et Langobardorum capitulis legis, talem inde adversus Crescentium dederunt sententiam. Si quis vocatus est ad judicium, et ille per suam superbiam venire noluerit et judex bene scrutatus fuerit causam et judicaverit absente illo, hoc quod ei judicatum est adimpleat, nec provocari audeat. Contumace tertia vice vocato datum judicatum firmum est. Et cum tantam auctoritatem legum pontifece audisset, secondo lo stile di que’ tempi, prese la verga, e nuova investitura all’abbate Farfense concesse del contrastato castello3.

XIII. Ecco pertanto in qual modo, nei secoli che barbari sogliamo chiamare, si decidevano col parere di vari giudici

  1. Append., num. II.
  2. Esisteva questo castello sopra una collina che si vede sulla sponda sinistra della Farfa, dove questo fiume attraversa la strada di Sabina sotto un ponti: di sasso, dalla natura stessa costrutto, detto comunemente Ponte sfondato.
  3. Append., num. III.