Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/375

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coi frati minori 369

mediocre dottrina, di facondo parlare, e di grandissima ambizione, e che simulava di essere profeta, e che egli seppe generare opinioni di sè, di santità appo di tutti. Costui un giorno pensò di comporre una predica, e provar con ragioni. che la Chiesa presto dovessi esser flagellata. Andò a predicare a San Gemignano, dove predicò due anni continui, sempre toccando di questi flagelli della Chiesa. Di poi ne predicò a Brescia, et altri luoghi della Lombardia, dove stette quattr’anni. Tornò di poi a Fiorenza, ove venuto in credito, e riputazione, fu fatto Priore di S. Marco, e lo separò dalla congregazione di Lombardia, e lo sottopose a sè stesso insieme con S. Domenico di Fiesole, e la Madonna del Sasso in Casentino. Il primo giorno d’agosto in S. Marco cominciò a predicare e leggere l’Apocalisse, cosa approposito alla sua fantasia; la quaresima poi che seguitò, predicò nel duomo, pur di questa materia, ingegnandosi di provare la sua opinione con ragioni. Vedendo poi d’essere udito volentieri, incominciò a dire d’averlo per rivelazioni di Dio; e cominciò poi a predicare contro del Papa, e contro del Clero, e contro tutti li Religiosi, e diceva che nessuno predicava la veritade, se non lui e li suoi. Comportava d’esser chiamato il vero lume; perchè li putti, quando lo vedevano comparire sopra al pulpito, melodiosamente cantavano lumen ad revelationem Gentium et gloria plebis suae Israel. Il che finito, lui incominciava a predicare. Ne fu avvisato Papa Alessandro VI, il quale per un suo breve li comandò che non predicassi più, e che egli andasse a Sua Santità, et egli non obbedì, nè andò a Roma, e non cessò di predicare, e le discordie crebbero in fra li cittadini. E quando lui andava per predicare nel duomo, andava nel mezzo di persone armate. Onde fra Domenico Ponzo, fra Michele d’Aquis, fra Giovanni Tedesco, fra Iacopo da Brescia, e fra Francesco della Puglia, nostri Frati, e Predicatori, arditamente parlavano in difesa dell’obbedienza, che si deve alla Chiesa, esclamando contro Fra Girolamo contumace, e la città era divisa e confusa. Essendo poi Fra Girolamo duro nella sua disobbedienza, il Papa li mandò nuove raggravatone, e lui manco obbedì, e scomunicato celebrava. Del che molti delli suoi si sdegnarono contro di noi; e Francesco Valori Gonfaloniere di Giu-