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370 controversia di girolamo savonarola

stizia del mese di gennaio 1497 comandò a’ nostri frati che non predicassero nella Città, e li minacciò di non li lasciare entrare nella Città a far le cerche. Costui passato un anno e due mesi ignominiosamente fu morto. Il Papa vedendo la pertinacia di Fra Girolamo, mandò un breve a’ nostri Frati alli 12 di maggio 1497, comandando loro per obbedienza, che sotto pena di scomunica, che ogni giorno di festa pronunziassero per scomunicato Fra Girolamo; e tutti li suoi aderenti e fautori, e chi andava alle sue prediche, e che per modo alcuno li parlava, conversava con lui, tutti insieme voleva che fossero scomunicati e sospetti d’eresia; ma lui si fece beffe di tale aggravatola e predicava e diceva gli offìzi divini, e ministrava li Santissimi Sacramenti. Ma per paura di non esser morto restò di andare in duomo; ma in S. Marco sermoneggiava. In suo scambio, mandò in duomo Fra Domenico Fattoraccio. Di queste cose il Papa, e tutta la Corte Romana, s’alterò forte contro della Città e contro li delinquenti. E benché Messer Domenico Bonsi imbasciador de’ Fiorentini a Sua Santità scrivessi che non predicassi; anzi la domenica della settuagesima al 21 di febbraio pubblicamente predicò: del che ne fu ripreso ancora da suoi parziali, e continuamente cresceva il mormorar di lui e nel Clero e nel Popolo. E però Fra Domenico incominciò con parole solamente a offrirsi di voler mostrar segni. E fra Francesco della Puglia che predicava in S. Croce virilmente difendendo l’autorità della Chiesa Santa mostrando al popolo di Fiorenza, che egli era ingannato; e Fra Domenico si sforzava di difendere i detti e fatti loro. Onde una domenica mattina fece attaccare alle porte di S. Croce alcune Conclusioni, la prima delle quali era questa: la scomunica poco fa data contro del P. R. Fra Girolamo . è nulla; la seconda, quei che non la servano, non peccano; offerendosi di provarla con ragioni e segni soprannaturali, purché qualcheduno volessi concorrere con lui allo sperimento. Le quai leggendo fra Francesco, accettò l’invito e si offerse d’entrar nel fuoco con Fra Domenico Fattorancio solamente. Ei voleva entrare con le parole; però sì dimodo crebbero le mormorazioni, ch’egli era una grandissima mormorazione e sedizione nella Città. Onde li Signori di Fiorenza, per porre la Città in pace e quiete, furono sfor-