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522 concetto storico, civile e morale

uscirne e sentirsi già pronta a salire: Della mondizia ti sol voler fa prora: Che, tutta libera, a mutar convento L’alma sorprende, e di voler lo giova. Prima, vuol, ben: ma non lascia il talento Che divina giustizia, contro voglia, Come fu al peccar, pone al tormento1. E altrove assomiglia il desiderio della paziente anima che il patire finisca, e la volontà che il patire non cessi infinchè giustizia non s’adempia, lo assomiglia alla passione di Gesù Cristo che, sentendo la terribilità del dolore, voleva il dolore2. Non immemori di tutta la vita passata fa Dante le anime purificate, come Virgilio fa le anime trasmigranti, ma immemori della colpa, e nella memoria consolate del bene in vita fatto e del bene per grazia ottenuto. Concetto più conforme alla dignità dello spirito; e lo rende più poetico ancora l’esultare che alla liberazione di ciascun’anima fa tutto il monte, quasi palpitando di gioia, e il gridare nel canto che fanno tutti gli spiriti pii gloria a Dio3. Consuona così l’inno angelico al salmo: «nell’uscita d’Israele d’Egitto, della famiglia di Giacobbe dal popolo barbaro i monti esultarono come arieti, come agnelli esultarono i poggi»4. Che aveste voi da esultare, o monti, e voi, poggi? Al cospetto del Signore si commosse la terra, al cospetto del Dio d’Israele.

Importa discernere nella poesia quel ch’è opera della riflessione e lavoro dell’arte deliberato, e quello che nell’anima del poeta si fa per il consentimento co’ suoi coetanei, per l’effetto de’ privati e de’ pubblici avvenimenti, per la progressione de’ tempi; acciocchè non sia a’ singoli ingegni attribuito, oltre a quanto conviene, pregio e merito; nè demerito e difetto imputato. Cotesto discernimento dovrebbesi non solamente ne’ giudizii critici e nelle storie letterarie osservare, ma nelle cose morali e civili eziandio, e forse più: osservato, farebbe della censura letteraria e sociale un’opera di sapienza e di probità, guiderebbe le menti e gli animi, gli ispirerebbe. Applicando questa norma ai lavori dell’arte, e a Virgilio; vedrebbesi come anco alle cose imitate egli aggiun-

  1. Purg. 21.
  2. Purg. 22.
  3. Purg. 20.
  4. Sal. 113.