Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/560

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554 annunzi bibliografici

la nostra letteratura storica d’un libro che potrà esser letto con molta curiosità e con frutto in tempi ne’ quali la passione pei diletti materiali può esser causa di danni gravissimi.

G.


Genealogia e Storia della Famiglia Altoviti, descritta da Luigi Passerini. In 8vo di pag 195; In Firenze, coi tipi di M. Cellini e C. alla Galileiana, 1871.


Non fa maraviglia a chi si rende ragione delle istituzioni della repubblica fiorentina, per le quali a moltissimi erano comuni i pubblici uffici e gli onori, il vedere tante famiglie meritevoli d’una storia particolare. Ed ora che i titoli di nobiltà si pregiano quando vanno accompagnati al sapere e alla virtù, e dall’esempio degli avi si voglion trarre eccitamenti alla vita, e naturale che ogni casata ricerchi ne’ propri archivi e ne’ pubblici non più le pergamene delle pompose onorificenze e dei privilegi, ma le testimonianze delle opere belle e de’ servigi alla patria. Per questo hanno le famiglie italiane, e specialmente le fiorentine, un erudito coscenzioso e spregiudicato nel signor Luigi Passerini che, fattasi oramai familiare per tanti studi e ricerche la storia loro, la descrive liberamente e senza adulazione, coll’animo di educare le nuove generazioni. Ai tanti lavori di lui che abbiamo spesso annunziato, dobbiamo ora aggiunger questo sulla Famiglia Altoviti, le cui vicende non si differenziano dalle altre, e che pur diede allo stato uomini egregi degni di memoria particolare. Poco egli si trattiene a discutere le opinioni sull’origine: dice di volo com’egli crede gli Altoviti di sangue longobardo, venuti a Firenze intorno alla metà del secolo xii dal Val d’Arno superiore, dov’erano possessori di terre; e da un Corbizzo incomincia la serie delle biografie. Nelle più alte magistrature, quando Firenze ha bisogno del senno e dell’energia de’ suoi cittadini, in mezzo alle lotte dei partiti, nelle imprese più segnalate per allargare il dominio, assicurare gli acquisti e consolidare la potenza, nelle importanti ambascerie, tra i partigiani de’ Medici e trai loro avversari, tra i difensori della libertà tino all’ultimo tentativo di Montemurlo e alla difesa di Siena troviamo rammentati spesso con lode gli Altoviti. Venuti i tempi della servitù goderono anch’essi le loro ricchezze all’ombra del principato e si compiacquero dei favori e dei privilegi, ma non sì che dimenticassero affatto l’obbligo di conservare come si poteva nella comune servitù e nell’universale decadimento, la reputazione che avevano insieme cogli averi ereditato dai loro maggiori.

G.