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la fine di cagliostro 145

avea richiesto, pria di qua trasferirsi, un salvo condotto, di cui non ha avuto bisogno, non costando finora di essere debitore a questo Stato Pontificio di alcuna delinquenza. Accertasi essere oriundo siciliano, e riccamente fornito, senza sapersi i suoi fondi e le sue industrie. Ha avuto una lettera commendatizia del Vescovo di Trento all’Em.o Albani, Decano, che nella figura e nell’eloquenza di Cagliostro non ha saputo rilevare la sua celebrità. Abita in una nobil locanda di Piazza di Spagna, senza dare fin qui osservazione nella sua condotta. Molti son curiosi vederlo e di sentire dalla sua bocca (se è possibile) la verificazione delle molte sue avventure„.

Che Roma non fosse terreno per Cagliostro se ne ha la prova da un’altra lettera del Bottini de’ 12 settembre di quell’anno. “L’altrove rinomato Cagliostro, che in varii mesi del suo soggiorno in Roma ha eccitato la curiosità di pochi e l’ammirazione di niuno, sentesi che, per economia, abbia lasciata la locanda di Piazza di Spagna, ritirandosi nelle vicinanze di Piazza Farnese presso alcuni parenti della moglie, e che sia intenzionato di partire in breve per Napoli, ed ivi stabilirsi„. Non gli riuscì, per altro, di mandare ad effetto il disegno di mutar cielo; e il Governo Romano, che non l’aveva perduto d’occhio un momento, finì col mettergli le mani addosso. “Domenica mattina„ (scriveva il Bottini il 2 gennaio del ’90) “la Santità di Nostro Signore, dopo aver assistito alla solenne Messa cantata, si portò nelle stanze dell’Em.mo Segretario di Stato, ove tenne una particolare congregazione, composta dell’Eminenza Sua„ (cioè del Segretario di Stato) “e degli Em.mi Antonelli, Pallotta e Campanelli, con Monsig. Vicegerente in qualità di Segretario. Non è noto l’oggetto della medesima. Si conviene però da tutti che l’improvviso arresto, accaduto nella notte della stessa domenica, e nel punto medesimo, del noto Conte Cagliostro e sua consorte e di un Padre Cappuccino, chiamato Fra Giuseppe da S. Maurizio, fosse il resultato di essa congregazione. Il Conte fu condotto in questo Castel S. Angelo, la Contessa nel Monastero di S. Apollonia in Trastevere ed il Religioso nelle carceri di Ara Coeli; trasportato in seguito, come si vuole, in quella di questa S. Inquisizione. Fuggì anche contemporaneamente il sig. Marchese Vivaldi, che in