Pagina:Archivio storico italiano, serie 5, volume 7 (1891).djvu/34

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l’esecuzione di questi ordini e al mantenimento della pace; pena ai contravventori, se militi, la perdita dei loro diritti sui popolani; se popolani, la soggezione come servi ai militi1.

Dopo queste non sono a nostra cognizione altre lotte tra i Nobili e il Popolo, ma tra quelli le liti non cessarono così tosto, specialmente per l’antica rivalità delle due case di Lodrone e di Arco, che si contendevano, sopra tutto nelle due Pievi, i possessi. Odorico Pancera d’Arco, una delle più caratteristiche figure del Medioevo trentino, ebbe una parte importante nelle vicende della Valle del Chiese. Compare in tre dei nostri documenti; nel 1273 (doc. XVII) come procuratore di Condino di fronte al Comune di Brescia, esempio di un libero atto di una Comunità rispetto ad un Nobile, il che prova quanto si fosse già lontani dalle quistioni del 1239; nel 1279 (doc. XIX) pure a Condino, a giudicare di certi suoi vassalli storesi; e nel 1278 (doc. XVIII) in un importante atto, col quale si stabilisce un accordo e una tregua tra lui, i signori di Campo e la Pieve di Bono da una parte e Niccolò di Lodrone co’ suoi alleati dall’altra. Qui non è più parola di servizi e di diritti feudali, ma i Comuni e i popolani intervengono nell’atto a fianco dei feudatari, coi quali, parte cogli uni, parte cogli altri, avevano combattuto. È bensì vero che i patti della tregua riflettono solo i Nobili, mentre agli altri non era concessa che la cessazione delle ostilità e la remissione vicendevole delle offese2; ma quello che, senza essere scritto, traspariva da quell’atto e si avvalorava sempre più per una serie di circostanze, era la convalidazione e il riconoscimento della libertà dei Comuni, i quali intanto venivano svincolandosi dai legami di ogni genere che li tenevano stretti ai Nobili. Cosi il comune di Lardaro si riscatta nel 1268 (doc. XV) da un affitto che doveva pagare ai Signori d’Arco pel possesso d’un monte; così i Bondonesi (doc, XLVII-L) nel 1312 assumono le decime del loro paese che erano prima tenute dai Balbi di Condino3. E non è privo d’una certa im-

  1. Ved. Papaleoni, Il Castello di Caramala; Trento, 1887.
  2. Ved. Papaleoni, Contributi alla Storia delle Giudicarie nel secolo XIII, I; Trento, 1887.
  3. Esce dai limiti di tempo che ci siamo prefissi, ma è importante per le relazioni tra i feudatari e i Comuni, un documento dell’Archivio cura-