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delle pievi di bono e di condino nel trentino 21

accenna ad una dimostrazione armata tra alcune ville della Pieve di Bono per questioni di possessi. Di solito però, per evitare le soverchie spese, le cause si risolvevano por arbitrati; ma era altrettanto facile che poi le questioni risorgessero sotto altra forma. Tra le tante cause di simil genere è notevole una del 1289 tra Condino e Castello, nella quale compaiono più di centoventi testimoni delle duo parti (doc. XXIII-XXIX). È degno pure di osservazione il fatto che già nel secolo decimoterzo i Comuni vendevano terre ad altri Comuni; ma questo doveva succedere assai di rado, e le nostre carte ce ne danno due soli esempi del 1258 (doc. XIII), e del 1321 (doc. LIII).

I territori dì un Concilio erano o comunia o divisa; e questa denominazione comprendeva non solo le proprietà private, ma anche, e così la parola si spiega meglio, quelle terre comunali che venivano spartite fra i vicini, giacchè, come le nostre carte ci provano, anche nella Valle del Chiese continuavano i sistemi germanici di divisione delle terre, ricordatici da Tacito1, sebbene non più precisamente come allora e nella proporzione che là si usava. Non sappiamo con quali criteri sì facessero le partizioni, e se qui, come altrove succedeva, si sorteggiassero le terre; notiamo tuttavia che, specie nel vecchio documento, già citato, dei primi del 1200, si trovano le espressioni pars vel sors montis, partire et sortire montem, le quali parrebbero accennare appunto a quell’uso; tuttavia il non averne altro accenno in tutte le altre carte ci fa piuttosto supporre che quel sistema, anticamente usato, sia stato abbandonato e non abbia lasciato che il nome alle divisioni dei terreni. Tuttavia, se non nelle piccole partizioni pei vicini, il sistema di sorteggiare le montagne e di scambiarsene le varie parti d’anno in anno fra diversi possessori, fu adoperato pei beni delle Pievi; e la sentenza di Matteo de’ Gardelli, vicario vescovile, pronunciata in questo senso nel 1327 (doc. LXIII), potè essere sì un’accorta maniera di accordare fra di loro le Comunità della Pieve di Bono, ma risente troppo delle antiche consuetudini per non credere che esse pure

  1. Germania, 26: «Agri pro numero cultorum ab universis per vices occupantur, quos mox inter se secundum dignationem partiuntur; facilitatem partiendi camporura spatia praestaiit; arva per annos mutant, et superest ager.»