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madre Irene (26 ottobre 785); e finalmente nella Vita Silvestri o nei così detti Libri Carolini scritti verso il 790. Ma, come osserva il sig. L., se non si può negare la possibilità che Adriano e l’autore dei Libri Carolini abbiano conosciuto il Costituto, nò anche può asserirsi con precisione che l’alìbiano conosciuto e che se ne siano valsi. Pertanto di queste scritture non si può far uso per stabilire il tempo in cui fu compilato il Cunstitutum.

Avanti però di accingersi a questa ricerca, il nostro autore stima necessario di rispondere a un’altra questione, cioè se le diverse parti dì questo documento appartengano ad uno stesso tempo o sivvero si siano svolte successivamente. Ed esaminate le opinioni emesse in proposito, in specie dal Martens e dal Friedrich, conclude che non vi è motivo per dire che il Costituto sia stato fatto in vari tempi.

Anche qui invero non si può negare la possibilità che quel documento sia venuto formandosi poco a poco; ma finché questa possibilità non si dimostri verosimile, non si può addurla scientificamente in proposito.

Entrando quindi nell’argomento passa in rassegna quello che con tanto apparato di erudizione scrisse lo stesso Friedrich, e d’accordo con lui poi il Lamprecht. Secondo questi la parte più antica e principale del Costituto fu fatta fra il 634 e 653, mentre il Colombier riportò alla fine del secolo VII tutta la fattura del diploma, e il Genelin invece avanti l’anno 728. Ma tutte queste opinioni che attribuiscono l’origine del Costituto al secolo VII, a detta del sig. L., non hanno dato resultati soddisfacenti; come pure non reggono ad una seria critica gli argomenti addotti da coloro che la riportano al secolo VIII. Fra questi è da citarsi in primo luogo il Dollinger. Egli congetturò che il documento potesse essere stato fatto verso il 753, per essere mostrato al re Pipino, quando papa Stefano lo richiese del suo aiuto. E al Dollinger s’aggiunse l’Hauk, che andò più oltre, attribuendo la falsificazione allo stesso pontefice Stefano II; e cercando di comprovare questa asserzione col paragonare l’uso della lingua. Ma, come ha dimostrato luminosamente lo Scheffer-Boichorst, le espressioni e i modi di dire sono bensì del secolo VIII, ma non propri soltanto di quel tempo e di quel pontefice. Il Friedrich, appropriandosi in parte l’argomentazione del Dollinger, stimò che le parti più recenti dello stesso Costituto fossero fatte fra il 752 e il 751, e non già dallo stesso Stefano, ma dal suo fratello Paolo I, allora diacono della Chiesa Romana. E anche per questo si fonda specialmente sull’affinità di lingua che mostra il Costituto cogli scritti e diplomi di Stefano II e di Paolo I. Ma, prescindendo anche da altre ragioni, che qui sarebbe troppo lungo di enumerare, si potrebbe ripetere quello che fu già obiettato all’Hauk, cioè: che questa affinità e rassomiglianza della lingua non conclude; giacché questa si trova non solo nei di-