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26 le più antiche carte
vicini, oltre che godere, nella maniera che sopra sì è detta, dello terre comunali, avevano pure diritto a tutti gli introiti che venivano alla Comunità, dall’afiltto delle montagne dei pascoli, dal taglio dei boschi, e, quando accadeva, dalla vendita dei terreni. Omnes utililates totius Comunis et Comunitatis Castelli dividantur sicut actenus sunt divise, dice una sentenza del 1340 (doc. LXVII). Del resto il sistema di amministrazione finanziaria delle Comunità ora molto semplice; non era solamente l’entrata che si spartiva fra le famiglie dei vicini, ma anche, per ragione di compensazione, l’uscita; nè a questa si suppliva con imposte stabili e fisse; le collette vescovili, come le fazioni comunali per le spese alle quali il Comune era soggetto, si suddividevano subito nei vari fuochi, e i consoli non avevano altro a fare che riscuotere le entrate e destinarne il provento al pagamento dei debiti. Queste consuetudini vigevano anche nelle Valli Bergamasche, le cui istituzioni hanno molti punti dì contatto con quello dei nostri Comuni, e ci vengono confermato poi dal succitato documento del 1340, che contiene un arbitrato su certe liti sorte a Castello per la esazione di una nuova imposta, nel quale ci si danno anche delle notizie sui criteri con cui sì procedeva alla partizione degli oneri plebanarì e comunali; la collecta sive condemnatio recentemente fissata, decidono gli arbitri, si divida come era stata stabilita, cioè medietas per extimum et alia medietas per focos, (in questo caso non si tratta più evidentemente di fuochi d’estimo, termine, come abbiamo veduto, astratto e convenzionale, ma di fuochi effettivi, di famiglie); quanto alle altre condanne che venissero imposte, se fossero comuni a tutta la Pieve si dividano col sistema solito a tenersi in questa, se invece speciali di Castello si esigano solo a ragione dell’estimo e non dei fuochi1.


    di Bondone (1312) e finalmente una chiesa a Brione (1296). Esse erano però già allora costituite in enti morali ed avevano possessi e rendite proprie; ce ne è prova il documento LI, del 1315, dove si designano i numerosi possessi della chiesa di S. Giorgio.

  1. Riassumiamo qui, sebbene sia di epoca posteriore a quella di cui ci occupiamo, un documento bondonese del 18 aprile 1498 (Arch. com. di Bondone), il quale servirà a illustrare meglio questa specie di operazioni