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4 Prefazione



III.

Nella polemica sulla Confessione svoltasi (è notevole) nel giornale politico di Mantova La Favilla, Ardigò difende i teologi romani accusati dal sign. Eugenio Pettoello, mediante citazioni storiche inesatte, d’«impostura e d’illogicità».

Quando poi il Pettoello, non sentendosi la forza di replicare alla lunga risposta dell’Ardigò rigorosamente documentata, ricorse all’ausilio del provetto teologo protestante Luigi De Sanctis, Ardigò ebbe pure buon giuoco poichè potè dimostrare come anch’egli falsasse e mutilasse i passi che riportava. Ma se la questione si manteneva nei suoi naturali confini storici, non manca tuttavia, fra le osservazioni critiche dell’Ardigò, qualche importante accenno a problemi d’ordine più generale, come all’infallibilità del Papa (richiamata nella Pol. III), alla persecuzione degli eretici e all’Inquisizione, che Ardigò deplora mentre ne dà una interpretazione finemente giudiziosa.

Nella seconda polemica del 1872, del pari interessantissima, il vescovo di Mantova Mons. Rota non figura nel suo giornale Il Vessillo cattolico se non indirettamente; ma ben sapeva, l’Ardigò, che da lui era ispirato il dialogo fra il filosofo e un ignorante col quale mediante «buffonate», com’egli dice, più che con serie argomentazioni, si combatteva l’autore della Filosofia positiva. Quest’opera era già nota da due anni, per essere stata letta dall’Ardigò nelle tornate 8 e 22 Maggio e 12 Giugno 1870 dell’Accademia Virgiliana di Mantova, e fu pubblicata la prima volta (come introduzione a un lavoro più esteso) in volume,