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Pagina:Ardigo - Scritti vari.djvu/123

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Polemiche 117

La faccio a lui perchè apprenda che sono proprio i suoi maestri quelli che dimostrano che egli nel voler difendere la realtà dei corpi si dà la zappa sui piedi e riesce precisamente a provare il contrario, scettico senza saperlo, come sopra lo trovammo positivista suo malgrado.

E farebbe opera assai più santa e profittevole che di studiarsi di mettere così goffamente in derisione ciò che non intende.

Quando Galileo dimostrava che la terra gira e il sole sta fermo, i Rota d’allora invitavano gli idioti a ridere di lui, sicuri che gli idioti non avrebbero potuto, nè ascoltare nè intendere i suoi ragionamenti divini, e vincere così le apparenze ingannatrici e i pregiudizi dell’ignoranza. I Rota d’adesso fanno lo stesso col positivismo. Ma il risultato sarà il medesimo. Ai Rota il plauso insensato e brutale del volgo più spregevole. Ai positivisti, come a Galileo, il santo conforto della cognizione del vero, la gloria della derisione per esso sofferta e il regno della scienza dell’avvenire.

Prof. Roberto Ardigò

(La Provincia del 25 settembre 1872).


La psicologia positiva e i problemi della filosofia.


Dialogo V. - Il filosofo e un ignorante.


Ignorante — Perdonatemi, signor filosofo, se sono qui di nuovo a incomodarvi; ma questa volta vengo non per me ma per voi.

Filosofo — Voi... per me...?

Ignorante — Sì, perchè mi preme l’onor vostro. Ho dovuto contrastate con una mala lingua, che voleva sostenere che non siete nè cattolico e nè anche religioso: ma io ho sostenuto tutto il contrario.