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166 | Scritti vari |
ziare il discorso di circostanza: accettò e parlò — niente di meno! — del Pomponazzi. Apriti cielo! Un canonico che, dinanzi a seminaristi, mette in rilievo la opera filosofica del Pomponazzi, del poderoso ingegno che batte in breccia le vecchie scuole e tenta di liberare la filosofia dal dogma e di separare la ragione e la fede, doveva empire quegli animi timorati di meraviglia e quasi di sgomento. Il Pomponazzi, mantovano anche lui, amico del cardinale Bembo e di Leone X, in grazia di certe remissive dichiarazioni, in grazia dei tempi volti al pagano, in grazia di quei potenti patroni non troppo in odore di santità e di rigida ortodossia, schivò la sorte di altri filosofi troppo liberi che furono dopo di lui; egli offriva quindi all’acume critico dell’Ardigò, modo facile a dire e non dire la metamorfosi che si disegnava, la rivoluzione che si compiva e tempestava nell’animo suo: nondimeno com’era da prevedere, e come forse l’Ardigò desiderava, la conferenza parve uno squillo di tromba e levò molto rumore nell’uditorio e in città: la sera, al gabinetto di lettura, dove tutti gli uomini colti di qualunque opinione si raccoglievano e dove frequentava il conferenziere, il compianto dott. Achille Sacchi, rivoltosi all’Ardigò ebbe a dirgli presso a poco che a chi parlava in quell’ambiente e a quel modo del Pomponazzi non stava più bene il collare. L’Ardigò non rispose: alcuni giorni dopo però i mantovani lo videro per via Pradella vestito in borghese e col sigaro in bocca: il Rubicone era passato.
Questo ricordo può essere la ragione determinante della sfuriata dell’Eco di Bergamo che, forse, insieme a tutti gli alti echi del clericalismo italiano, evocando il fantasma di certe trasformazioni, accarezza la lontana speranza che anche Roberto Ardigò descriva la parabola di
! Questo non ci riguarda: noi non ci siamo mai troppo allarmati di certe senili conversioni, che, quando avvengono, non servono a nulla: se il positivista Ardigò ritornasse canonico, rimarrebbero sempre i suoi libri, come rimasero gli scritti di critica filosofica di Au-