Vai al contenuto

Pagina:Ardigo - Scritti vari.djvu/60

Da Wikisource.
54 Scritti vari


III.

Il prete professore Ardigò e la confessione.


Un signore che si firma, prete professore Ardigò, pubblicò qui in Mantova alcune cose, che a lui parve dover chiamare osservazioni sopra un articoletto sulla confessione inserito nel numero 181 del nostro giornale, e firmato E. P. Noi volevamo subito rispondere al prete professore, ma riconoscendo la nostra insufficienza in materie teologiche, pensammo consultare un vecchio teologo romano che da 32 anni a questa parte insegna teologia, storia ecclesiastica ed antichità cristiane, al quale (siccome è lontano da Mantova) mandammo il nostro articolo e le osservazioni del prete professore, acciò ei dicesse ingenuamente la sua opinione. Ricevuta appena la risposta, la pubblichiamo acciò i nostri lettori giudichino da qual parte stia la ragione.

Prima però di riportare la risposta che ci manda il nostro teologo, avvertiamo il sig. prete professore, a non essere così liberale nel darci la immeritata patente di impostori, come ci si assicura ch’egli abbia fatto in presenza de’ suoi scolari, negando l’esistenza e le disposizioni del diritto canonico contro quelli che la chiesa romana chiama eretici e scomunicati; e specialmente la disposizione di papa Urbano II [1]. Se egli ignora, pazienza, ma non perciò ha diritto di chiamare impostore chi sa una cosa che egli non sa. Legga il sig. professore il testo canonico, e nella seconda parte del Decreto, causa 23, questione 5, capo 47,

  1. Nella seguente Risposta del Prof. Ardigò non è detto niente di queste fantasie sognate dal Sig. E. P., perchè troppo estranee all’argomento della confessione, e tanto innocue ed amene per la loro inverosimiglianza e tepidezza, che meritano proprio che nessuno ci metta le mani a guastarle.