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che noi concepiamo come sostanza è causa dei fenomeni esterni; che lo spirito che concepiamo come sostanza e causa dei fenomeni interni; che Dio, che concepiamo come causa e legge dell’Universo, altro non sono che astrazioni della mente, alle quali per una volgare illusione attribuiamo una esistenza reale ed obiettiva».

Ignorante — Signor Filosofo, dalla prima lezione ho imparato anche troppo. Ho imparato che non esistono corpi, non esistono spiriti, non esiste Dio, ma che tutto è illusione volgare. Basta, basta, signor Filosofo. Per la prima volta, lo ripeto, me ne avete insegnate troppe.

NOTA. — Ecco l’ultimo risultato della filosofia positiva. Ammirate questi novelli filosofi, che vogliono regalarci sì belle dottrine.

(Dal N. 14, Mantova 4 agosto 1872, del giornale Il Vessillo Cattolico).


La filosofia positiva e il vescovo signor Rota.


Scrivo di volo un articolo in risposta ad un Dialogo del Vessillo Cattolico, n. 14, intitolato: La psicologia positiva e i problemi della filosofia. E (come faccio sempre immancabilmente ad ogni cosa che pubblico per le stampe) lo sottoscrivo. Così, se qualcheduno non ne rimarrà soddisfatto, saprà con chi pigliarsela.

E lo dirigo al signor vescovo Rota. Perchè, stampandosi il detto Vessillo infra i felici confini del suo regno del Seminario regolato provvidamente secondo la forma più perfetta della monarchia assoluta, anzi dispotica, e per suo ordine, nessuno, fuori di lui, può averne, neanco parzialmente, la responsabilità.

Noto da prima che il Dialogo in questione non nomina la persona a cui fa allusione. Ma che però non tralascia di addurre tutte le particolarità che sono necessarie affinchè ognuno, leggendo, richiami al pensiero infallibil-