Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/124

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le cose scritte. Certo, è uno oltraggio, che altri fa a se stesso quando ritarda a se proprio il piacere onesto e lodato, e si vive con due vite, mentre ci contempliamo ne l’industria de l’arte. Si che venite, e con la degnila de la memoria del vostro ritratto consolate chi riverisce la Signoria Vostra come la riverisco io, che vorrei convertirmi ne la riverenza, per riverir qual si dee un uomo cotanto riverito.

Di Venezia, il 6 di ferraio 1537.

XCVII

AL CHIETI

, IN ROMA [Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti] Si congratula della sua nomina a cardinale e gli chiede soccorsi, promettendogli pubbliche lodi. Giustissimo uomo, io non mi rallegro con la bontá vostra del cardinalato, perché dove non fu mai il pensiero non è il grado ; ma, per esser io cristiano, vengo insieme con voi a ringraziare Iddio, che ha vestito di cosi fatto abito la volontá sua per interesse de la Chiesa, che gli sostiene Paolo terzo, i cui meriti gli contaranno in presenza de la sua modesta vita tutti i giorni che a Pietro annoverarono i suoi. E chi dubita che la scelta di tanti servi di Giesú non sia proceduta da spirazioni divine, ponga mente a la vertú che ha mostro il suo giudizio in avergli conosciuti ed eletti. O vecchio santo, se si acquista gloria in agiugnere ornamenti al sacro del Vaticano, che merita la Beatitudine Tua, che, oltre l’averlo cinto de si degni cardini, vincendo con l’animo generoso l’avarizia invincibile, l’ha ripieno dei tesori che hanno accummulati cotali interpreti de le parole, che nel profondo dei sensi loro serbano i secreti di Dio; onde le false dottrine di Lutero sommergeranno ne la schiuma, che, mentre latrano, gli fa bollire in bocca il fuoco de la malvagitá? Dunque esultiamo in Cristo, poiché la religion nostra, mercé del veramente suo vicario e bontá del veramente essempio vostro, ripiglia i