Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/226

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altezza al dire. E in ultimo vi chiarisco che a voi sta il volere onorar voi stesso con la pazienza di meglio pensar le cose vostre, onde uscirá la gloria di Pollio, la cui elezzione m’ha dato per nipote la figlia, la quale ho gastigata, come vedete. E, se voi non mi foste fratello, non vi averei si largamente detto quel ch’io amorevolmente v’ho detto.

Di Venezia, il 28 di agosto 1537.

CLXXX

AL CARDINAL DI RAVENNA

La pedanteria è causa d’infiniti guai, tra cui anche la prigionia, che è toccata al Ravenna. Ma egli di ciò si tenga beato, ché ha trovato un giusto giudice in Carlo V. Si come a Cosimo dei Medici è suto di buono augurio l’aver preso, nel cominciar del principato, i piú importanti aversari, cosi a voi è nunzio di felicitá ch’io, inanzi al fine de la vostra peregrinazione, tócco dal megliore spirto, ritorni a riverirvi nel modo che vi riveriva il mondo, quando l’invidia, con l’occhio tiranno de l’avarizia, non poneva ancor mente a le ricchezze che v’han procacciate le vertu di due zii e le vostre. Io mi vergogno che le mie orecchie e la mia lingua, use ad ascoltare e a parlare il vero, con notabile ingiuria de la lor natura si abbino lasciato corrompere da la bugia. Confesso che, in premio del minor ben che mi faceste mai, che fu il maritarmi una sorella (pietá non usatami da due pontefici, ch’io ho serviti), ho creduto, e, credendolo, biasimato ciò che i cani abbaiár mai contra il grado dei vostri degni meriti. E ciò ha causato non il mio difetto, ma la malvagitá de la sorte che vi soprastava, la quale ha sforzato l’integritá dei buoni a dar fede a la falsitá dei tristi. Certamente, la calunnia ha esercitato con voi ogni suo veleno, non si accorgendo che l’oro vostro si è affinato nei tormenti datigli. E ogni male è derivato e per non esser voi composto degli umori ipocriti, né de la pedanteria