Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/323

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fulmina marzialmente, rechisi in gesto bizzarro e bestiale, sfasciando di fare e di dire con Francia; e, dandosi mille fanti e ducento celate da se stesso, taglieggi castella, abbrusci ville, pigli gente e guadagni tesori; e, caso che voglia dar due carriere al destriero dinanzi a la dama, coi grilli de la testa tutti impennacchiati, può farlo gagliardamente, standosi però a casa: ché, per un gaudeamus che si faccia intorno ai pollai dei tangari, si cena le decine de le settimane senza pane, e uno straccio di cenci che si guadagni e un prigione che si pigli quando Iddio vòle, si sconta col tuo ritornartene con una canna in mano e col vender fino a la vigna per farti cavare di domo Petri. Rispondo al tuo contarmi dei puntali, de le medaglie e de le catene di coloro che hai veduti ritornare, verbigrazia, di Piemonte, che, se tu vedessi quegli che ne son venuti e che ci son restati senza un picciolo, te ne verrebbe compassione, come ad ognun vien pietá dei miseri che partono e che rimangono ne la furfantarla de le corti. Si che, muta proposito, poiché sai far meglio un sonetto che una levata, dandoti un bel tempo a le mie spese; perché son pochi coloro che danno di becco ne le polizze dei gran pregi, che si cavano a la ventura del lotto. Conchiudendoti che i danari, che pur si trafugano da la milizia, vanno per la via che vengono, come quegli dei giocatori, come anco l’cntrate de le chiese. Io ho veduto dei nepoti dei cardinali redurre in nulla i benefizi lasciatigli e morirsi di necessitá; e io, qual tu mi vedi, ho intratenuto le dicine dei commilitoni, e mal per loro, se ciò non avessi fatto! AfTibiali questa, e poi va’a indorarti fra Tarmi. Il signor Giovanni dei Medici b) disse a cotal proposito: — Egli si cicala ch’io son valente uomo, né mi son mai potuto cavar la fame. —

Di Venezia, il 28 di novembre 1537. (r) C»si Af*. Invece Af 1 : «Un gran capitano».