Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/40

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per i disturbi che vi son dati agli studi? Certamente l’arme e lettere non hanno oggidi campo piú largo ai loro onori che la vostra memoria, ne la quale vivono tutte l’istorie antiche e moderne, con gran maraviglia di chi vi sente minutamente ricordare i paesi, i luoghi, i siti, le terre, i fiumi, i monti, i nomi e i cognomi di tutte le genti grandi e piccole; onde chi vi ascolta, ode tutte le croniche che mai si scrissero. Ma degli oltraggi, che vi fa la sorte, io piú che altro perdo, perché, se ciò non fusse, Omero, che cominciaste a translatare ne la nostra lingua a mia petizione, sarebbe fornito e non posto lá per non si fornir piú. Or provegga Cristo a le vertú che vi ha date, per la qual cosa potiate dar conto al mondo del desiderio che tengono in se stessi i vostri sommi pensieri, i quali prego che, in ogni grado che si trovano, pensino a me, quando si stancano in mesurare le machine che vi fabrica ne l’animo la naturai .generositá. Intanto Vostra Signoria stia sana.

Di Venezia, il 26 di decembre 1530.

XXIII

AL CONTE MASSIMIANO STAMPA

Lo ringrazia del dono di quattro camice, di due cuffie e di due berrette. Insieme con una di Vostra Signoria ieri mi fúr date quattro camisce, due lavorate d’oro leggiadramente e due di seta molto vaghe. Ho ricevuto ancora due cuffie, una d’argento e d’oro, l’altra d’oro e di seta, con due berrette di velluto tempestate di puntali d’oro smaltato. Ed emtni stato tanto caro il presente, che ne ho presa piú allegrezza che non piglia un fanciullo d’alcune frascariuole portategli da la madre, quando ella ritorna «da la Senso ,», dicono i veneziani. E, a punto per essere il carnasciale, son venute a tempo: non che io mi mascari (che a ine non piacque mai), ma per fornire gli amici, per amor dei -quali rimango dispogliato in casa i sei e gli otto giorni. E hanno