Pagina:Aretino, Pietro – Il primo libro delle lettere, 1913 – BEIC 1733141.djvu/427

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Pie | tro Aretino lirro pri | mo ristampato nvova | mente con givnta daltre xxv. A piè della pagina: con privilegii. — Al f. 11, la dedica al duca di Urbino. Al f. cui b , al luogo in cui nella AP comincia l ’errata, hanno invece inizio le lettere aggiunte, che continuano fino al f. cxn a. Indi la Tavola, ossia l’indice alfabetico dei corrispondenti, che prosegue su tre colonne fino al f. cxn b. In questo medesimo foglio, colonna 3, la Tavola de le lettere aggiunte. A piè di pagina: Impresso in Venetia per Francesco Marcolini da | Pur li appresso a la Chiesa de la Tkrneta nel anno del Signore | MDXXXVIII. Il mese di settembre. E finalmente: Registro de lopera: A B... Z AA... EE. Tutti sono duerni. — Caratteri italici. 43 righe per pagina. Dimensione della pagina coi margini, mm. 311x202. Giustifica della stampa, mm. 239x140. Due conseguenze, abbastanza importanti, possono trarsi diggiá da questa semplice descrizione esterna: a) La A / 2 non è semplice rappezzatura della Af i , mercé ristampa del frontespizio e di qualche foglio, e aggiunzione delle pagine contenenti le nuove lettere; ma fu fatta tutta con nuova composizione tipografica, ossia è una vera e propria ristampa. Parrá ostare a questa conclusione il fatto che l’una e Paltra edizione hanno lo stesso formato; l’una e l’altra lo stesso numero di fogli (non tenendo conto per la Af i delle lettere aggiunte); e questi, nell’unae nell’altra, contenenti ciascuno lo stesso numero di righe; e queste, aventi ciascuna, nell’una e nell’altra, lo stesso numero di sillabe. Eppure c’è una circostanza, che toglie ogni valore probatorio a tante coincidenze (certamente volute di proposito deliberato): la giustifica della stampa nell’una e nell’altra è diversa (mm. 235x142 nella Af { , 239x140 nella A/*). Si potrá allegare, contro codesto argomento, la possibilitá di un errore di misurazione. E sia. Ma la mancanza nella M % della lunga Correllione degli errori della AI 1 non induce a sospettare che dell ’errata si fece di meno, perché non se ne aveva piú bisogno, ossia perché delle correzioni si era tenuto conto, ristampando il volume? E quando, infatti, fin dalla dedica al duca d’Urbino, io trovo a riga 7 «qual si», giusta l ’errata, e non «quel si», giusta lo spropositato testo della A /*; a riga 14 «di dedicarvi», e non «dedicarvi»; a riga 40 «E si come» e non «si come»; a riga 46 «i gradi et gli honori» e non «i gradi? gli honori»; non ho la prova lampante che la AI * fu fatta, come dicevo, con nuova composizione tipografica? P. Aretino, Lettere -1. *7