Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/248

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DXIV

A MESSER ANIBAL CARO

Gli raccomanda una causa di Vittor Soranzo. Da che la dolce vivezza di quello spirito piacevole, con cui, o figliuolo, respirano le dotte e lodate vostre composizioni, mi ha fatto sincero amico del nome che avete saputo procacciarvi, debbo in ogni occorrenza venire a voi con la dimestichezza che io desidero che veniate a me, caso che vi fusse a proposito il prevalervi del mio esser poco men che nulla, se ben paio qualcosa. E, acciò crediate che io tenga animo di servirvi, ecco che vi chieggo in servigio la spedizione del magnifico Vitor Soranzo; e quel piú di solicitudine e di favore, che si usará e fará inverso la sua causa, vada a conto de l’obligo ch’io vi voglio avere ne l’ottener di ciò. Intanto Vostra Signoria si degni far riverenza a monsignor presidente in mia vece, con dire a la bontá di lui che io dubito, per la risposta che de la lettra mandatale non ho ricevuto, che la richiesta fattale non sia stata in tutto fuor de l’onestá che si conviene.

Di Venezia, il terzo giorno di pasqua [31 marzo] 1540.

DXV

AL DUCA DI MANTOVA

Marchese di Monferato. Invia copia della lettera nella quale scrive a Luigi Gonzaga di non crederlo punto colpevole della morte del fit duca di Urbino (n. cnx). Non si può, signor mio, da voi, che séte grazioso e ottimo, sperare se non grazie e benefici. E però non mi è nuovo ciò che in mio utile avete operato con lo invittissimo e glorioso