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DCLIX

AL SIGNOR PIERO STROZZI

L’esilio, cui è condannato, è per lo Strozzi titolo di onore: e onore grandissimo si va ora facendo in Francia alla corte del re Francesco. Per comprendere io, giovane egregio e capitano illustre, che lo esilio, il qual si ritrae dal difender la libertá de la patria, è una monarchia piú degna che la tirannide, che la signoreggia, mi rivolgo a voi quasi a principe ugualmente magnanimo e giusto; e. rivolgendomi vi. pregovi che vi moviate a prendere non le carte ch’io vi porgo, ma l’augurio, che io faccio a quelle che il mondo consacrará a la grandezza de la gloria di che devete rilucere, per esser voi e spirito e braccio dei concetti e de le imprese cristianíssimamente reali e realissimamente cristianissime. Oltra ciò, le perminenzie divine vi si convengono, imperoché la eccellenza de le condizioni che vi adornano son si alte e si mirabili, che bastano a lar che non si dubiti che l’uomo abbia origine dal cielo. Onde chi ragiona di voi non va mendicando la lode, avenga che abondatc di cotante virtú e di cosi fatti costumi, che potreste arricchirne, con il lor superfluo, gli animi de l’etá presente e le menti del secol futuro: per la qual cosa le penne altrui non si vergogneranno a celebrarvi, né le qualitá vostre si arossiranno, udendosi celebrare. Veramente, si come noi senza adulazione vi potiam chiamare e modesto e gentile e mansueto e cortese e dotto e savio e valoroso e ottimo e venusto e potente, cosi voi senza sdegno potete consentire che vi si diano titoli di grado si nobile. Ma, perché egli è qualche tempo che i doni de le stelle, le dote de la natura e i beni de la fortuna non si dimostrar mai nel modo che si dimostrano ne la splendida Signoria Vostra, nominerò Quella non pur cavalier singolare, ma personaggio felice.

Di Vinezia, il 10 di marzo 1542.