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DCCLXXXV

A MESSER BALDASARI ALTIERI

Gode che l’amico abbia preso servizio presso l’ambasciatore inglese a Venezia. Ecco che Iddio, doppo tanti vostri aggiramenti, vi ha pur collocato dove e le virtú e i costumi di voi sono onorate e laudati. Certo che il vedervi fermo ai servigi del signor Gismondo Hervelo, grave e saputo imbasciatore del clemente e del severo re di Inghilterra, mi tien tutto l’animo in riposo; avenga che, amandovi come io amo, ogni vostro travaglio e ogni vostra consolazione ridonda in me, non altrimenti ch’ io fusse il loro suggetto proprio. Exercitatevi dunque ne lo scrivere i secreti dei suoi alti negozi, attendendo a interpretar la mente di lui con l’acuratezza de la solita prudenza. Intanto non mancate di partieipare parte de l’ore che vi avanzano a quegli studi da cui traete la fama del nome, ricordandovi in cotal mentre, che, qual io sono, sarò sempre ai comandi di voi, che meritate di esser servito da qualunche uomo si sia. Di Vinezia, il 22 d’agosto 1542.

DCCLXXXVI

A MESSER MICHEL AGNOLO BIONDO

Ne loda il libro sul morbo gallico. Ma quanto diverranno piú frequenti i peccati d’amore, ora che il Biondo addita un rimedio contro la sifilide! Egli mi parrebbe fare un gran torto, non a l’onore che vi si attribuisce per l’opera Del motbo gallico , ma a la letizia ch’io provo mentre sento esaltarlo fin dagli uomini esaltati. Veramente