Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. II, 1916 – BEIC 1734657.djvu/47

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di celata e di bracciali bene a l’usanza dei di d’oggi, ma puramente bianco. E forse, col fargli simil richiesta, noi, pacifici, auguriamo la guerra, tanto da voi bramata nel mondo; onde i principi, preoccupati da strani, da intollerabili e da perversi rancori, doppo molto silenzio, ci daran pur dentro. Intanto il predetto pittor unico contrafará nel quadro del chiaro marchese del Vasto l’armadura, che aspettiamo poco di poi al giugner di questa.

Di Vinezia, il 15 di febraio 1541.

DLXXV

A FRATE GIROLAMO DA ESTE

È dolente di non poterlo raccomandare a un cardinale. Io non so, padre reverendo, qual sia maggiore: o il bisogno che voi avete ch’io vi giovi o il desiderio che tengo di giovarvi. Per Dio che, se l’occasione me ne viene, conoscerete per prova ciò che vi dico in parole Intratanto, vedrò di trovar qualcuno che sia cosi buon mezzo con il Cardinal che dite, come io ci son tristo. Peroché, oltre il non aver seco veruna conoscenza, è pur troppo noto la poca grazia che hanno le virtú mie coi vizi loro. Benché eglino convertirebbono in amore l’odio che gli porta il mondo, se ricercassero che predicaste ne le lor chiese con l’ansia che voi bramate di predicarci. Ma cosi Cristo vi dia vita, come le molte scienze, che vi adornano, son per esser un di premiate, nonché comprese, avenga che il cielo non procrea spiriti simili al vostro per abandonargli. E lo augurio di ciò ch’io parlo è lo inusitato bene ch’io vi voglio. Onde sono isforzato a riverirvi con un certo modo di afTezzione e di debito, che non si può esprimere se non col credere che ciò sia inclinazion fatale. Onde me ne rallegro con la grandezza di quel core, nel qual vi serbo e col qual vi onoro.

Di Vinezia, il 17 di febraio 1541.