Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/390

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ordinato era, desinarono col re. E 1 quale doppo el desinare dixe:_Clarissimi oratori, per sodisfare a le V^ostre Excellenzie, abiamo cuni li nostri savi conferito de quanto quelle ieri per le loro dignitate ne exposeno. Per il che, per non tenerve molto in tempo, brevemente dicemo che in veritá qualunque de le vostre dignitá per sé è molto excellente e degna de onore e laude, cum ciò sia che l’imperatore lustiniano, parlando del doctore e del cavaliero, preferisse l’arme a le lege, in versiculo 4 .Aníiorum atqiie legum *. Ma multo perplexi e sospesi restiamo, perché in altro forse piú eminente luoco dice «che la imperatoria Maiestá non solo conviene essere decorata d’arme, ma de lege ancora armata». Secundo noi, dimostra l’una e l’altra digne essere de pari excellcnzia, come ambedue sono de cingolo d’oro ornate, cum ciò sia che per l’una s’aquista li regni e domini e per l’altra se governano e conservano. Ma, non volendo fare comparazione né distinczione tra el cavaliero e il doctore, dicemo ben questo solo: che ne li acti militari ne par preferire el cavaliero e in li acti doctorali preferire el doctore, excepto se non fusse alcuno doctore o cavaliero insignito de l’una e l’altra dignitate, ché, in questo caso, indubitatamente al semplice doctore se debbe preferire. Soggiungendo ancora questa altra parte: che il doctore de rasone canonica debbe essere preferito al doctore legista, perché el sugetto de rason canonica è piú degno, per contenere in sé effecti sacri, perpetui ed eterni, spectanti a la nostra immortale anima, e il sugetto de rason civile concerne semplicimente el governo de le republiche e de le cose temporale. Ma, quando consideramo la dignitá del conte apostolico, meglio certamente assai ne pare la sua altezza e reverenzia. Ché questo.diremo, seguendo la sentenzia de Ostiense, prestantissimo iurisconsulto, ch’el conte, secundo però la condizione de’ luochi, sia de magiore dignitá ch’el marchese, e vòle l’imperatore ancora ch’el conte come el proconsolo de Asia sia appellato «illustre». E guardare non se debbe se alcuni conti apostolici non hano contado né stato de fortuna, perché el papa vòle, se questi fusseno piú poveri de Codro, siano come richissimi onorati ; perché dice el tristo proverbio che «la capa non fa el