Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/398

Da Wikisource.

intento e proposito, volemo restituirve ne la vostra pristina libertá, cum quello onore, cum quella reverenzia ed amplitudine, che merita la vostra condizione e virtú g^ioriosa, accioché, cusi come noi abiamo de le vostre proprie persone trionfato, cusi le Vostre Excellenzie godano e trionfano de la nostra indulgenzia e sua restituzione. Si che, dunque, fratelli nostri cari, colendissimi ed excelsi, viveti lieti e contenti, ché a vostro piacere ve ne potrete andare, offerendoci sempre al presidio e favore di vostri desidèri ; cum condizione imperò che debiate restare alcuni giorni cum noi, in quanto ve piacia e sia grato, acciò goldere insieme ce possiamo, in satisfaczione del tempo che vedere non ce avete potuto ; ché cusi ne sforza la piú splendida virtú dei vostri gloriosi animi. — £, decto questo, incominciando ad Alfonso, tutti li abraciò e baciò in boca, le trombe ed altri infiniti instrumenti per letizia sonando. Questo facto, el duca lutti li fece chi d’oro e chi de argento e chi d’altri richi drappi e recami, secundo le loro condizione, pomposamente vestire; e, datoli alquanti giorni vari piaceri degni de memoria, facendo ben forsi fra loro rasonaniento in che modo dovesseno Italia nostra partire, e factoli amplissimi doni e fornitoli de nave e altre cose opportune, da lui se partirono e a loro viaggio cum gran triunfo e amore se n’andarono, rendendoli quelle immense grazie che a tanta magnanimitá convenia. E mandò seco per suo oratore a Neapoli Nicoloso di Poeti, al presente di nostri clarissimi senatori e patrici, che alora era in verde etate. E, nel reame di Neapoli retornati, trovarono ch’el gran infante de Castiglia, che fugitte in Calabria, era retornato a campo a Gaetta, e quella avuta in nome de Alfonso suo fratello, per megio de misser lacomo Gatto. La quale liberazione, e maxime del re Alfonso, dispiacque in tal modo a’ genoesi, che al duca Filippo se rebellarono; che non fu senza affanno e iactura de Sua ducal Excellenzia. Per il che, prestantissima compagnia, avendo inteso substanzialL’.ente la clemente opera de questo duca, non ve sia fatica indicar, come prima ve dixi, cum quel prudente modo saprete, qual fusse de piú excellenzia ; o la magnanimitá sua in perdonare