Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/417

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exitimò essere convenientissimo, per restoro de la faticata mente, cavalcare per casa el cavallo de canna cum li suoi picoli figliuoli. Similmente Cornelio Scipione e Lelio, dui clarissimi soli de la romana gloria, poiché cum senno e cum forza ebbeno domata la superba Cartagine, non se vergognarono essere veduti sopra el lito gaetano racogliere le picole pietre e le conche in terra sospinte da le marine onde e cum quelle prender piacere e solazzo. Decto questo cum umil reverenzia, apresso Sua Celsitudine perpetua sua ancilla rcmarai, e, se fosse alcuno che volesse (come spesse volte accade) in te latrare e cum morsi canini lacerare, abi pacienzia; perché, essendo umana cosa el peccare ed essendo tutti nui umani a la ignoranzia subiecti, debiamo cum forte animo calcare ogni colpo di fortuna. E abi speranza che, avendo a trovarle a la presenzia de Baptista Guarino, de la greca e nostra lingua lume e parente, e del Carbone e Cornazano, oratori e poeti illustri, e ultimamente sotto el patrocinio del prestantissimo Paulo Antonio Trotto, precipuo secretarlo del tuo e mio signore, serai da tutti loro, per il fervido suo amore verso ciascuno amatore de li umani e sacri studi, defesa, ampliata e favorita. E, pur quando cossi non fosse ch’ai ciel non piada, non te desperare, per Dio, perché tu sei del principe serva, ché, coprendole egli, come son certo fará, col scudo del suo invictissimo diamante, domatore d’ogni altra gemma, ogni mal parlare, ogni invida fortuna extinguerai. Ma fa’ che ultimamente non te dimentichi el tuo factore a la Sua Excellenzia devotamente recommandare, pregando e supplicando quella che tra gli altri suoi fideli servitori me voglia cum amplissimo core perpetuare; perché d’amore, de fede e observanzia l’anima mia in lui solo se ciba e pasce, cum speranza farme alfin in lei d’amore e grazia degno. Ch’el Principe di celesti regni ne conceda longa e felice vita in questo seciilo; e, quando lassaremo a l’antiqua maire el mortai velo, ne presti grazia de volare a le sue sancte sede, dove, la Sua divina Maiestá contemplando, citadini del suo sempiterno regno perpetuamente vivere possiamo.