Pagina:Arienti, Giovanni Sabadino degli – Le porretane, 1914 – BEIC 1736495.djvu/86

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grazia apresso loro aquisterai, che nel tuo fine eterna vita te fia aparichiata. E che ciò sia vero, nui in questo mondo, come tu puoi vedere, exemplo n’abiamo, perché, donando saluto ad uno che veduto né cognosciuto abiamo giamai, per virtute del saluto cel faciamo benivolo. Si che, essendo el nostro Redemptore summa iustizia e optimo remuneratore de tutti li beni, non vorá a le devote orazione e salutazione de’ suoi subditi (quantunca peccatori) essere ingrato. Onde sii a quelle servente e a la sancta obidenzia. — Or, offerendosi Gimignano umilmente de fare, quanto fosse in lui, quello che gli era stato commandato, accadde die, essendo stato circa decesepte giorni in la religione, andando uno giorno il patre priore cum uno altro frate per exercizio intorno al claustro e dicendo rofficio magiore, frate Gimignano, quivi trovandose, per esserli stato imposto per virtute di obidenzia che per quello giorno dovesse respondere a la porta a chi venisse a dimandare cosa alcuna, incominciò andare ancora lui intorno al claustro, dicendo li obligati paternostri; e per sua ventura, a l’incontro del priore, ove ogni volta che lo obviava, dicea cura umile voce e reverenzia: — Dio ve dia pace, padre mio. — 11 priore, chinandoli el capo per non interrompere rofficio, cum cenni li respondea. Seguitando adunque l’uno e l’altro l’andare intorno, e facto giá Gimignano circa quatro volte el saluto, el priore dixe fra sé: — Costui, essendo qui novo ucello, se ne andarebbe tutto oggi drieto; — onde a l’altro saluto respose: — Sondi e buono anno e senno te dia Dio. — Reiterando pure una volta frate Gemignano el saluto, dicendo: — Dio ve doni el buon giorno, padre mio, — il priore dixe: — Frate Gimignano, non bisogna tanto spesso salutare; una volta o due al piú basta. — — Come! — rispose, — patre mio, vengovi a noglia? — Ben sapete che cum tanto salutare me venite a noglia, — respose el priore alora. Fra Gemignano, disciolta prestamente da la Centura la filcia de li ambri, dixe: — Tolléti, misser lo priore, i vo.stri paternostri, ché io non voglio venire a noglia a Domenedio né a la Matre. Datime li mei panni, che avea quando me feci frate, ché per niente ce voglio stare. — A questo gesto e