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Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/106

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100 iv - capitoli

XV

Ogni promessa è un sacramento; non è lecito dunque a nessuna donna venir meno alla parola data. Che se, pentita, non la manterrá subito, male egli teme che a lei ne venga.

     Ben è dura e crudel, se non si piega
donna a prometter quanto un suo fedele,
che lungamente l’ha servita, priega;
     ma se promette largamente e che le
5promesse poi si scordi o non attenga,
molto è piú dura e molto è piú crudele.
     Né fermo un sí né fermo un no mai tenga,
pur com’ogni parola che l’uom dice
all’orecchie de’ dèi sempre non venga,
     10E non sa ancor di quanto mal radice
questo le sia, se ben non va col fallo
la pena allor allor vendicatrice;
     ma lo segue ella con poco intervallo,
ed ogni cor che qui par sí coperto
15transparente è lá su piú che cristallo.
     Promesso in dubbio non mi fu, ma certo
dicesti darmi quel ch’oltra l’avermi
promesso voi, mi si devea per merto.
     Se promettendo aveste pensier fermi
20d’attener, indi li mutaste, io voglio,
ed ho perpetuamente da dolermi.
     Del mio giudicio rio prima mi doglio
che le speranze mie sparse ne l’onde,
credendomi fondarle in stabil scoglio.
     Dogliomi ancor che questo error ridonde
25in troppa infamia a voi, perché vi mostra
volubil piú ch’al vento arida fronde.
     Ma se diversa era la mente vostra
da le promesse, ed altro era in la bocca,
altro nel cor, ne le secrete chiostra,